IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - Mettersi l'anima in pace: per quanto presto si possa fare, prima della seconda metà della stagione 2019/2020 nel nuovo Stadio di Tor di Valle la Roma non potrà giocare. Siamo ora alla vigilia dell'apertura della Conferenza di Servizi decisoria che si concluderà, secondo il calendario ipotizzato dalla Regione, a inizio marzo 2017. Ovviamente se non ci saranno intoppi di nessun genere, se, alla fine, il progetto sarà approvato e se tutti i tempi previsti saranno rispettati. Terminata la Conferenza regionale, ottenuta l'approvazione al progetto, la Roma potrà iniziare di fatto a costruire anche se alcuni passaggi burocratici non saranno ancora perfezionati: la legge dice infatti che «il provvedimento finale [emesso dalla Conferenza di servizi, ndr] sostituisce ogni autorizzazione o permesso».
Tuttavia, se per demolizioni e bonifiche dell'area la Roma ha già previsto di partire a Conferenza ancora aperta, per vedere salir su le costruzioni occorrerà attende l'assegnazione delle gare d'appalto europee per le opere pubbliche e l'autunno 2017 sarà già trascorso. Anche perché alcune di queste opere - l'allargamento-unificazione della via del Mare/Ostiense e i moli di attracco sul Tevere - sono essenziali per poter trasportare i materiali di costruzione in entrata e in uscita dal cantiere senza mandare in sofferenza l'intero quadrante. Due anni di lavori (previsti) prima di poter aprire lo Stadio, più i collaudi e la stagione 2019/2020 potrebbe vedere i giallorossi nel nuovo stadio per una delle ultime gare del girone di ritorno.