La Roma ha scelto ancora una volta la strada dei prestiti (spesso con obbligo di riscatto), rinviando alla prossima stagione alcune spese. È una tattica che permette di tenere alta la competitività della squadra, ma che fa partire con un handicap in quella successiva quando si deve spendere per mantenere il livello e non per alzarlo. Sono arrivati in prestito Mario Rui (3 milioni), Juan Jesus (2), Fazio (1,2), Vermaelen (gratuito), Szczesny (1) e Bruno Peres (1).
Come scrive Calcio e Finanza «il saldo tra entrate e uscite dice +13, ma è un valore poco indicativo ai fini contabili. La Roma ha venduto Pjanic alla Juve per 32 milioni di euro, Ljajic al Torino per 9, Sanabria al Betis per 7,5 e Politano al Sassuolo per 3,5 milioni di euro. Ma sono molti i calciatori andati via in prestito o per la scadenza del contratto e l’impatto sull’esercizio in corso del mercato in uscita è positivo per 87 milioni di euro. Tutto grazie alle plusvalenze e agli ingaggi risparmiati, con in testa quelli di Pjanic (6,4), Castan (5,2), Maicon e De Sanctis (3), Torosidis (2,6), Iago Falque (2,4) e Vainqueur (1,6). Una Roma più «leggera», ma con una rosa striminzita. Tanto che ha presentato una lista di 22 giocatori, anziché 25, per affrontare l’Europa League.
(corsera)