IL FATTO QUOTIDIANO (A. PADELLARO) - Al signor ministro degli Interni e ai signori Capo della Polizia, Prefetto, Questore e a tutte le Autorità di cielo, di terra, di mare. Eccellenze illustrissime, mi preme richiamare la vostra attenzione, che so rivolta senza pausa alcuna agli interessi supremi della Nazione, al fine di segnalare un fenomeno davvero increscioso verificatosi nella Capitale, in un luogo denominato Stadio Olimpico in occasione dell’evento calcistico Roma-Sampdoria. Quivi nel primo pomeriggio di domenica 11 settembre si davano convegno 27.630 individui paganti (sì, pagavano pure, il che sembra indicare un’alterazione del loro stato psichico). E ciò malgrado l’operoso e incessante prodigarsi delle Istituzioni, affidate alle assidue cure delle SS.VV (Signorie Vostre) affinché fossero studiate e attuate tutte le misure atte a contenere, dissuadere e se necessario a stroncare, simili deplorevoli frequentazioni che recano nocumento al l’immagine della nostra meravigliosa Città e dell’Italia tutta.
È pur vero che nell’arco di pochi anni l’azione di contrasto brillantemente portata avanti dagli organismi responsabili (parcheggi a distanza siderale dagli ingressi, controllo degli spettatori modello Guantanamo e sugli spalti applicazione di regole a capocchia con multe esemplari per i trasgressori) ha ridotto progressivamente a meno di un terzo questa triste affluenza che un tempo non lontano superava, incredibilmente, le settantamila unità. Pur tuttavia occorre fare di più, molto di più per scoraggiare definitivamente un fenomeno dalle caratteristiche davvero inspiegabili. Come per esempio, domenica scorsa, l’ostinazione molesta dei superstiti che, nonostante le saette di Giove Pluvio sostavano all’interno dello stadio rischiando di annegare sotto la furia degli elementi pur di assistere di persona all’esibizione di un anziano calciatore (invece che seduti comodamente davanti a un televisore, mah).
A tal uopo mi permetto di suggerire alle SS.VV. alcuni semplici provvedimenti che se attuati con la dovuta celerità e il necessario rigore potranno in breve tempo portare, com’è auspicio comune, alla definitiva desertificazione del suddetto luogo. E dunque alla definitiva soluzione dell’annoso problema dell’ordine pubblico, non essendoci più pubblico alcuno. Primo: negare l’ingresso a chi non è in grado di certificare la propria assoluta osservanza di tutte le leggi dello Stato, compresa quella sul divieto di sosta. Secondo: onde sradicare l’odiosa abitudine di sedersi in un posto diverso da quell’assegnato (e non fa nulla se il settore è semivuoto) fare obbligo a ciascuno di portarsi direttamente da casa il seggiolino, che poi sarà sua cura imbullonare nello spazio prescritto. Terzo: sconsigliare qualunque contatto con le barriere divisorie e le vetrate attraverso scariche di basso voltaggio, come per le vacche nei pascoli di montagna. Sono convinto che così facendo e ridotto il numero dei frequentatori soltanto ai vip muniti di biglietto omaggio e parcheggio riservato, finalmente abbandonato il triste deserto dell’Olimpico per l’esibizione delle squadre della nostra amata Urbe, la capienza del civettuolo impianto di Ostia Mare sarà più che sufficiente. Altro che nuovo stadio della Roma! Con osservanza. Un cittadino ligio e grato.