Spalletti ha mandato in campo una squadra con parecchi volti nuovi e molti giovani - l’età media della formazione iniziale era di 25 anni -, ma non tutti hanno risposto alle aspettative. Tra di loro anche Manuel Iturbe, a cui lo stesso Spalletti aveva dato un ultimatum: «È rimandato, come tutti quelli che sono scesi in campo. In alcuni momenti abbiamo gestito male dei palloni facilissimi, come se non credessimo fino in fondo nelle nostre qualità. È lì che dovevamo gestire di più la partita. Non so se è stata pigrizia mentale, ma è un termine che si può accettare, perché su alcune palle nostre ci siamo fatti anticipare e su alcune palle perse non abbiamo aggredito. Alcune volte, quando hanno rilanciato lungo, siamo rimasti in fuorigioco. Noi dobbiamo fare meglio nella continuità, dobbiamo riempire la partita. Tutti i miei giocatori devono fare qualcosa di più».
Compreso il brasiliano Gerson («Il ragazzo si sta adattando al profilo degli allenamenti, non può essere lui a fare la differenza, è un numero 10, nella nostra proiezione deve diventare un interno dove potrà esprimere le sue qualità tecniche e atletiche» il giudizio di Walter Sabatini), al suo esordio stagionale da titolare.
«Ha fatto una buona gara, ma è la prima partita, diciamo che può essere scusato. Chi gioca poco deve fare tanto. Nel nostro calcio non si hanno cinque partite di fila per rendere, ma cinque minuti ogni cinque allenamenti. Deve essere visibile l’aggressività».
(corsera)