LA REPUBBLICA (M. FAVALE) - James Pallotta è entusiasta, almeno a leggere la trascrizione delle parole che ha consegnato all’emittente radiofonica statunitense Sirius XM: «Il nuovo stadio? Il nuovo sindaco è stato grande, speriamo di poter iniziare i lavori a marzo, ci vorranno 24/28 mesi».
Il proprietario della Roma prova quasi a blandire Virginia Raggi che, al momento, sul dossier dell’arena che il magnate vuole costruire a Tor di Valle di passi avanti ne ha fatti ben pochi. «Entro il 28 agosto consegneremo la documentazione in Regione», ha spiegato due giorni fa Daniele Frongia, vicesindaco e assessore allo sport. Una “non-notizia”, visto che entro domenica prossima scade l’iter avviato con la consegna del dossier in Campidoglio da parte della Roma. La “trasmissione” della carte, insomma, avverrà giusto in tempo per evitare il commissariamento da parte del Tar.
Come si orienterà la nuova giunta, però, non è dato sapere. Così come per la candidatura della capitale alle Olimpiadi del 2024, anche sullo stadio della società giallorossa la questione è avvolta quasi da un’aura di mistero. Nessuno in giunta è disponibile a dire come andrà a finire. È nota la contrarietà dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini all’opera pubblica: «Sarebbe uno scempio», ha detto più volte in passato. «Noi vogliamo lo stadio purché si rispetti la legge», sono state, invece, le parole di Frongia in un’intervista al Tempo di venti giorni fa.
La sostanza è che tra pochi giorni l’istruttoria portata avanti in questi tre mesi dagli uffici del Campidoglio arriverà finalmente in Regione. Un anno fa, quando venne trasmesso il primo progetto, i dipartimenti del Comune si premurarono di segnalare diverse criticità presenti nel piano della Roma. La società fu costretta a una serie di miglioramenti, passati ora nuovamente al vaglio del Campidoglio.
In Regione attendono di leggere gli appunti prima di dare seguito all’iter previsto dalla legge con l’apertura della conferenza dei servizi. Eppure, anche se filasse tutto liscio in questa fase, la maggioranza dei 5Stelle è attesa da una decisione cruciale: la delibera con la quale Ignazio Marino e il Pd decretarono la “pubblica utilità” dell’opera dovrà ritornare in Aula Giulio Cesare portandosi dietro una variante al piano regolatore che autorizzi la costruzione di circa un milione di metri cubi.
Una scelta non da poco per il Movimento e senza la quale la conferenza dei servizi (che dovrebbe durare circa 6 mesi, preliminare all’avvio dei lavori) non potrà chiudersi. Nel frattempo bisognerà vedere se verrà avviata una trattativa con la Roma per una modifica del progetto su spinta del Comune. A fine luglio, il consigliere M5s Enrico Stefàno ha fatto presente l’intenzione di dirottare la totalità dei fondi destinati al cosiddetto “tronchino” della metro B per raggiungere lo stadio al potenziamento della Roma-Lido. Soltanto un’ipotesi, finora, al vaglio del dipartimento mobilità, l’ultimo che ancora deve dare il suo parere prima di chiudere tutto e inviare le carte in Regione.
Non è detto, dunque, che l’ottimismo e le parole entusiaste di Pallotta diano poi seguito a un’accelerazione della giunta a 5Stelle per la realizzazione dello stadio. Anzi. Dietro l’angolo, nel caso di uno stop definitivo al progetto, resta sempre lo spettro di una possibile causa milionaria da parte della Roma contro il Comune per risarcimento danni.