LA REPUBBLICA (G. CARDONE - M. ERCOLE) - Cori, striscioni e stendardi hanno colorato di biancoceleste quello che generalmente è uno scenario destinato a manifestazioni politiche, con un messaggio chiaro: richiedere il sostegno delle istituzioni per essere “liberati”, come recita lo striscione esposto davanti alla Prefettura, da Lotito, attaccato anche da Pallotta dopo le dichiarazioni polemiche sulla Roma: «La barzelletta del mese, mi fa sbellicare dalle risate. Ma mi dispiace per i tifosi laziali che devono vivere questa situazione ogni giorno. Meritano di meglio». Il colpo d’occhio è di quelli che non si vedevano da tempo. Come se l’intera Curva Nord, vuota per tutta la stagione scorsa, si fosse trasferita nel cuore di Roma. Presenti anche le bandiere del primo scudetto Wilson e Oddi, che hanno accompagnato due rappresentanti della tifoseria a un incontro in Prefettura con la dottoressa Volpe, Capo di Gabinetto. Con lei si è parlato della possibilità di rimuovere le barriere dalla curva, a fronte delle rassicurazioni sulla buona volontà dei tifosi in termini di condotta e sicurezza: «Ci sono i presupposti – spiega Wilson - per un dialogo costruttivo. Ora aspettiamo sviluppi». Poi spiega il fine della contestazione: «Non può essere riferito alla conduzione amministrativa del club, ma alla gestione sportiva affinché la società dica basta a quello che è stato il passato. Questa è una piazza che deve stare sempre tra le prime posizioni».
Contemporaneamente, nel ritiro di Auronzo, altra contestazione e altro messaggio forte, portato avanti da piccoli tifosi laziali: «Non si rubano i sogni ai bambini». Il segnale, insomma, è stato lanciato. Ora sta alla società rispondere, magari dando un’accelerata a un mercato bloccato. Intanto ha multato Anderson, arrivato finalmente a Roma: «Chiedo scusa al club e ai tifosi, tornerò più forte di prima».