GAZZETTA.IT (F. ODDI) - La vera finale scudetto, per il 17enne Marco Tumminello, sarà domani, non sabato sera: la gara contro la vincente di Juventus-Torino la vedrà in televisione, il verdetto che peserà per lui non sarà quello del campo, che assegnerà lo scudetto Primavera, ma quello del Giudice Sportivo. In due ore di gioco, il centravanti della Roma ha trovato per due volte la puntata giusta, poi, all’ultima mano, quando aveva il tavolo coperto di fiches, ha pensato bene di perdere tutto con una puntata senza senso, invece di passare all’incasso. Due gol pesantissimi nella semifinale con l’Inter, un cartellino rosso con tentativo di aggressione all’arbitro, una squalifica che rischia di essere molto lunga, una sospensione a tempo indeterminato del club, ufficializzata da nota sul sito ancor prima che il pullman lasciasse lo stadio di Reggio Emilia: ci vorrà un po’ per rivedere in campo uno dei migliori centravanti del campionato Primavera, e non solo perché l’estate è alle porte. La pubblica ammissione di colpa su Facebook è arrivata già stamattina (“Non conta la doppietta...in questo momento ci sta poco da dire....chiedo scusa alla società per questo brutto gesto accaduto in una serata speciale per NOI....ora andiamoci a prendere questo scudetto che ce lo meritiamo....FORZA ROMA PRIMAVERA”), la società ha apprezzato ma non ha cambiato idea: il giocatore ha già lasciato il ritiro per tornare a casa.
UOMO DA FINALE — Nella semifinale di ieri era il più giovane in campo, aveva messo in ombra i ben più pagati e considerati Manaj e Ponce, lui che era arrivato alla Roma in cambio del solo premio di preparazione al Palermo, che non era riuscito a fargli firmare il vincolo per l’inserimento di Bruno Conti. Sbarcato a Trigoria nell’estate del 2012, non poté giocare fino a novembre, perché, trapanese di Erice, fino al compimento del 14esimo anno d’età non poteva essere tesserato in una regione diversa dalla sua. Rischiò di vincere lo scudetto al primo tentativo: perse proprio contro l’Inter, ai rigori a oltranza, come ieri. Due anni dopo, negli Allievi, era l’uomo che teneva in panchina Gianluca Scamacca, che a gennaio andò al Psv perché lo ricoprirono d’oro, ma anche perché nei primi mesi di campionato non era riuscito a togliere il posto da titolare a quello spilungone biondo che di testa e di sinistro era sempre pronto a colpire. A giugno Tumminello ritrovò l’Inter nelle finali scudetto, ma non giocò: era diffidato, la Roma si era già qualificata vincendo le prime due, e il tecnico Coppitelli aveva paura che un giallo gli facesse perdere l’unico insostituibile della squadra. A 4’ dalla fine l’Inter segnò il 2-1 con il difensore francese Gravillon, la Roma passò il girone ma da seconda, e in semifinale trovò la più forte del campionato, il Milan, che aveva Donnarumma in porta, e Locatelli in cabina di regia. Dopo mezz’ora il Milan vinceva 2-0, Tumminello infilò due volte Donnarumma, fece una sponda vincente di Marchizza, e trascinò i suoi alla gara che assegnava lo scudetto. E poi decise pure quella 2-1 all’Empoli, gol partita ai tempi supplementari con un magnifico pallonetto da fuori area.
IL FATTACCIO — Ieri lo marcava proprio il francese Gravillon, quello del gol che complicò così tanto la strada per lo scudetto, il siciliano lo ha mandato a vuoto due volte, poi, al 31’ della ripresa, De Rossi lo ha richiamato in panchina per inserire un centrocampista di corsa, e difendere il 2-1. Con la sua uscita l’Inter ha preso coraggio, il 2-1 al 90’ è diventato un 3-3 a fine supplementari, quando, dopo una punizione in attacco sfilata sul fondo, Tumminello, rimasto col fratino a vedere la partita, ha preso a pugni il supporto della panchina. Richiamato dal rumore, l’arbitro è andato a sventolargli il cartellino rosso in faccia, e lui, capendo di dover saltare la (non ancora certa) finale scudetto, ha perso la ragione, è entrato in campo, lo ha fronteggiato petto a petto, e ha mimato una testata. Ora è tutto nelle mani del signor Piscopo di Imperia: il centravanti potrebbe cavarsela con qualche turno di squalifica, tipo i 6 presi da Sadiq per l’espulsione al derby Primavera, a meno che l’arbitro non abbia scritto nel referto di essere stato toccato o sfiorato dal centravanti della Roma. Che, nel caso, sarebbe nei guai seri, e rischierebbe una squalifica a tempo.
LE PROSPETTIVE — Con tutta probabilità, con quell’alzata di testa, Marco Tumminello si è giocato il ritiro con Luciano Spalletti, che pure non lo ha mai convocato, mentre Rudi Garcia, privo di Totti e Dzeko, lo aveva anche fatto esordire in A, al posto di Florenzi, nei minuti finali di Chievo-Roma 3-3, il 6 gennaio, a 17 anni e due mesi. Se ieri con l’Inter fosse finita 2-1 al 90’ con 2 suoi gol, e la possibilità di aumentare la gloria nella finale di sabato, con Sadiq verso la cessione in Premier, e Ponce richiesto in prestito dal Crotone neopromosso, Tumminello quella convocazione l’avrebbe avuta in tasca. La Roma, che già per la squalifica del 19enne nigeriano aveva rinunciato al ricorso, è stata impeccabile, dando subito un segnale importante, sul piano educativo: gli errori tecnici sono ammessi, quelli comportamentali no, e Massara, braccio destro di Sabatini, a fine partita ha informato subito diretto interessato, allenatore e staff, della sospensione punitiva. Ora si aspetta il verdetto del giudice sportivo, per decidere il da farsi: il giocatore, titolare dell’Italia Under 18, è già stato blindato con un lungo contratto, e la Roma potrebbe chiedere alla Lega il permesso di multarlo. Ma di certo la società non arriverà alla rottura con uno dei suoi migliori giovani. Che peraltro, fino a ieri, non aveva mai creato nessun problema: lo descrivono tutti come un ragazzo tranquillo, sorridente, che sa farsi volere bene e stare in un gruppo. Uno che gli unici scatti li faceva in area, quando vedeva un pallone vagante.