IL TEMPO (A. AUSTINI) - Pallotta è già arrivato. E pure da diversi giorni. Non a Roma, ma in Europa: il presidente è sbarcato a Londra, per impegni vari di lavoro legati alla Raptor e al club giallorosso, ieri si è gustato l’amichevole Inghilterra-Portogallo a Wembley e domenica sbarcherà nella Capitale.
Si tratterrà una settimana, con un’agenda inevitabilmente fitta e in via di definizione. Il primo passo dovrebbe essere l’annuncio del rinnovo di Totti: il capitano ha fissato la partenza per le vacanze a metà della prossima settimana e tra lunedì e martedì firmerà il suo ultimo contratto da calciatore, con evento mediatico annesso.
Una questione «centrale» per l’ambiente, meno per una società chiamata a programmare il futuro a medio-lungo termine. Consegnato in Comune e alla Regione il dossier finale del nuovo stadio, ora non resta che attendere l’apertura della conferenza di servizi che, tra elezioni del sindaco e conseguenti rallentamenti, potrebbe slittare a settembre. Per il momento Pallotta deve concentrarsi su altri aspetti del business-Roma. A cominciare dal mercato, che al momento significa cessioni, fatta eccezione per il riscatto di El Shaarawy da esercitare prima del 22 giugno e gli acquisti già realizzati di Gerson e Alisson («Arrivo il 1° luglio» annuncia il portiere).
Entro il 30 giugno, invece, bisogna far cassa per rispettare l’accordo fatto con l’Uefa. E l’obiettivo di limitare il passivo del biennio 2014-16 a 30 milioni è un obbligo. Oltre a dover giocare la prossima Champions (o Europa League) ancora con la rosa ristretta e pagare altri 4 milioni di multa, la Roma rischia infatti di non poter iscrivere nuovi giocatori nella lista Uefa rispetto all’anno scorso: è un provvedimento già deciso qualora il passivo nel biennio sarà al massimo di 40 milioni, se invece andasse oltre la società giallorossa verrebbe deferita e sottoposta a un’ulteriore sanzione dai giudici di Nyon. In che tempi non è dato sapere. Il bilancio verrà infatti approvato a settembre dal cda, ma nel frattempo le coppe saranno già iniziate.
Intanto Sabatini ha quasi chiuso la trattativa col Chelsea per Rudiger (e individuato Umtiti come sostituto), aspetta che qualcuno dall’estero (la Juve non lo farà) paghi la clausola per un Pjanic ormai deciso a partire e ha congelato la cessione di Nainggolan, consapevole però di dovergli poi aumentare lo stipendio così come ha chiesto Manolas.
Nel frattempo per gli ultimi giorni di giugno è stato convocato un cda per approvare il budget, come impongono le norme federali, e riassegnare le deleghe dopo le dimissioni di Zanzi. Due le ipotesi: Baldissoni verrà nominato amministratore delegato o verrà ingaggiato un nuovo dirigente.