IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Prima sì, poi no. E alla fine, come in tutti gli accordi contrattuali, diventa una questione di soldi. Normale, non poteva essere altrimenti. Pallotta offre, Totti ci pensa, si convince, riflette ancora e torna perplesso; Pallotta era perplesso, poi ci ha riflettuto, poi ha proposto. Ognuno percorre il proprio percorso, ma al contrario rispetto all’altro. C’è qualcosa che non torna, pensano i contendenti. Nella testa di Totti, non torna dall’inizio, perché la proposta l’aspettava da tempo e ora si trova a dover decidere in fretta. Tutto sembrava fatto, mancava davvero un dettaglio che, per il club era un’inezia, mentre per Francesco no: il nodo è l’accordo da dirigente che, per la cronaca, è già stato firmato a suo tempo (sei anni a seicento mila euro) dal capitano.
RINEGOZIAMO - Francesco, per ciò che si sente di rappresentare per la Roma, chiede di rinegoziare il tutto, parlando di altre cifre e di anni in più, tanti in più. Una specie di contratto alla Zanetti, che l’Inter gli ha fatto firmare a vita. A vita, una parola spesa tante volte in passato per il capitano giallorosso: con la Roma a vita, una vita nella Roma etc etc. Ma quella vita, oggi, viene spezzata: sei anni, quello è, gli hanno fatto sapere. Sul contratto da calciatore non ci sono problemi: un milione per un anno, diritti d’immagine a parte, divisi come è sempre stato scritto negli ultimi accordi. Bonus in più, bonus in meno, ma tutto è stato accettato giovedì scorso. E da Trigoria filtrava finalmente ottimismo. Ma quando tutto sembra fatto, non è fatto mai. E rieccoci qui, tutto in discussione: quel contratto da dirigente va rivisto e, per il capitano, corretto. Pallotta vede nel suo entourage, un po’ allargato in questa fase, il problema: lo consigliano male, sostiene il presidente. Totti (un po’ risentito pure per essere tra i pochi a partecipare all’amichevole di Dubai) oggi ne fa anche una questione di soldi dopo aver atteso per tanto tempo, facendo filtrare anche il suo desiderio di giocare gratis per la Roma. Una provocazione, ma oggi diventa un fatto. E, sempre per la cronaca, lui ufficialmente, non ha mai pronunciato quel “gratis”. A Pallotta veniva rinfacciato di aver detto «decide lui quando smettere», a Totti il «gioco anche gratis». Se uno ci avesse raccontato qualche anno fa, che tra Totti e la Roma ci voleva un divorzista, l’avremmo preso per un folle. Totti pensa di non essere trattato con rispetto e magari - come pensano a Trigoria - qualcuno sta cercando di portarlo a giocare ad Al Jazeera; Pallotta è convinto che la cifra offerta a un quarantenne «sia generosa» e che il contratto da dirigente vada bene così come è stato firmato due anni fa. La situazione torna in bilico, ma questo non vuol dire che alla fine Totti non firmerà. Siamo nella fase in cui si portano sul tavolo ragioni e rancori. Roba di soldi ma non solo.