IL TEMPO (F. M . MAGLIARO) - Zitti tutti che (forse) ci siamo. Per davvero, questa volta. Sono giorni che la notizia circola nei corridoi di Palazzo Senatorio: lunedì 30 maggio - tutto sommato in perfetta armonia con quanto dichiarato nelle scorse settimane sia dal presidente della As Roma, James Pallotta, che dal costruttore Luca Parnasi - il progetto definitivo del nuovo stadio della Roma di Tor di Valle verrà consegnato in Campidoglio. Non dovrebbero esserci né Pallotta né Parnasi e, probabilmente, nemmeno David Ginsberg, subentrato a fine novembre a Mark Pannes nella gestione organizzativa del progetto. A portare il progetto potrebbero essere per conto della As Roma Mauro Baldissoni, direttore generale, e Italo Zanzi, ceo. E sarà una consegna impegnativa. Si parla di una sessantina di scatoloni che raccolgono oltre 70mila pagine di relazioni, disegni, tavole, progetti. Un materiale immenso.
La consegna in Campidoglio segue di pochi giorni quella relativa al solo stadio fatta al Coni a inizio mese. Un passaggio, quello al Coni, peraltro, molto politico e poco tecnico dato che ha più una valenza in ottica Olimpiadi 2024 che altro. E la consegna del progetto definitivo potrebbe riaprire il dibattito politico in vista degli ultimi giorni di questa campagna elettorale per le elezioni comunali. Nelle scorse settimane, la Roma ha avuto dei contatti, riservatissimi, con i 5Stelle, direttamente con la candidata sindaco pentastellata, Virginia Raggi: secondo i bene informati, la Raggi avrebbe ammorbidito moltissimo il «no» al progetto pronunciato nelle prime settimane di campagna elettorale. Il passaggio al Coni che rafforza la posizione della Roma in vista della consegna del dossier olimpico rendendo il futuro Stadio un elemento di valutazione per Roma 2024. Si tratta di segnali volti a disinnescare tutti i possibili «niet» al progetto che la politica capitolina e quella regionale potrebbero frapporre.
Se davvero, quindi, lunedì 30 tutte le carte andranno in Campidoglio - pare ci sia ancora da decidere se la consegna verrà fatta a Palazzo Senatorio da Tronca oppure all’Assessorato all’Urbanistica - si aprirà la seconda fase dell’iter approvativo. Gli uffici capitolini dovranno prima aprire i plichi e verificare la rispondenza di tutta la documentazione alle norme nazionali, regionali e alla delibera di pubblico interesse. Compiuta la verifica - presumibilmente non meno di 30 giorni - se tutto sarà a posto, gli scatoloni andranno dritti in Regione che convocherà la Conferenza di Servizi decisoria: 180 giorni di tempo per esaminare 70mila pagine e scrivere il «sì» definitivo al sogno giallorosso.