LA REPUBBLICA (M. PINCI) - «Nainggolan e Pjanic possono restare», parola di Walter Sabatini. Difficile capire se sia sincero o se l’intenzione debba restare letteratura. In fondo, la confessione se la fa scappare durante la festa del libro in lingua spagnola della sua città, Perugia. Ovviamente la partecipazione del ds romanista alla serata è diventata un pretesto per spingerlo a parlare del futuro, suo e della Roma. A partire dall’interesse delle big d’Europa per i talenti romanisti: «Non credo che Nainggolan andrà via e forse resta anche Pjanic, ma solo se riuscirò a fare una manovra a coda di gatto maculato». Insomma, le proverà tutte il ds a tempo: «Resto qui, ma il mio pensiero non va oltre il 30 giugno». Come a dire: fino a quella data sarò alla Roma, dopo chissà. E che con il Bologna abbia più di un discorso in ballo non è un mistero.
Discorsi vivi pure sul mercato: «Diawara è molto forte», ammette, quasi aprendo a una trattativa con i rossoblù. Più del mediano, però, i romanisti sognano il ritorno di Benatia. Un acquisto che Sabatini non esclude a priori: «Ma è difficile». Escluso invece che Alisson, nuovo portiere brasiliano dei giallorossi, possa partire: «Non andrà in prestito, è il n.1 del Brasile e in caso si giocherà il posto». Con Szczesny, «se l’Arsenal s’abbassa al livello dei comuni mortali», spiega il ds, che annuncia il ritorno di Iturbe e quello di Paredes: «Rientra, lo valuterà l’allenatore». Per Ljajic una soluzione invece si troverà: «Non credo sia un problema, con il procuratore e con lui c’è una promessa».
Intanto proseguono i colloqui per il rinnovo del contratto di Totti. L’ultimo è di ieri, un contatto telefonico tra la Roma e il commercialista del capitano, Adolfo Leonardi: i temi su cui si discute sono i soliti, i diritti d’immagine, ma anche il contratto da dirigente che seguirà quello da calciatore. Un contratto da rifare integralmente e che necessita di una serie di aggiustamenti per la fumata bianca. Che nessuno aspetta con fretta, ma che ogni giorno si fa un po’ più vicina.