IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - C'è chi, per rispetto della sua ex squadra, finisce col non esultare mai, perché di maglie ne ha indossate tante, troppe. E quella si chiama ipocrisia. C'è chi, come Stephan El Shaarawy, il Genoa lo sente suo; Genova è una casa, dove è cresciuto. Segnare e non esultare, stavolta, non è un gesto ipocrita, ma ci sta. «Ho vissuto un pomeriggio contrastante», dice. E meno male che era contrastante. La prestazione è stata di ottimo livello, almeno tre gol sfiorati e uno, decisivo, realizzato. L'altro ex genoano, Perotti, invece è affogato nell'emozione. Lui sì non ce l'ha fatta fino in fondo. Stephan ha il cuore a Genova ma il futuro deve chiamarsi Roma. «Lo spero ma non dipende da me». E adesso si potrà realizzare il sogno che aveva in testa: andare all'Europeo. La prestazione di Marassi non è passata inosservata agli osservatori di Conte presenti allo stadio. «La Nazionale è un obiettivo. Totti? E' pazzesco».