REPUBBLICA.IT (E. CURRO') - Sono i giorni del Giro d'Italia, perciò la metafora è ovvia: Vincenzo Montella è uscito dal gruppo. Non è ancora un uomo solo al comando della Nazionale che verrà dopo l'Europeo. E anche nel caso in cui diventasse il successore di Conte, avrebbe comunque come influente supervisore Marcello Lippi, futuro direttore tecnico della Figc. Ma di sicuro l'allenatore della Sampdoria è scattato in testa, nella corsa al ruolo di commissario tecnico per il biennio 2016-2018, quello delle più difficili qualificazioni al Mondiale in tutta la storia azzurra degli ultimi sessant'anni.
E' nelle ultime ore che Montella ha superato tutti i rivali - in particolare Ventura e De Biasi, con Cannavaro e Gasperini sullo sfondo - grazie a una serie di concomitanze che, sommate, fanno ormai più di un indizio. Da showman acclarato, il presidente della Sampdoria Ferrero aveva anticipato le voci, rivelando che non si sarebbe opposto alla chiamata di Montella in azzurro. Era appunto un indizio forte, confermato dai successivi approfondimenti sulla vicenda. Ora toccherà al presidente della Figc Tavecchio, alla fine del campionato o dopo la finale di Coppa Italia il 21 maggio a Roma, comunicare la decisione sul ct: i controsorpassi restano possibili, però c'è un favorito che vede avvicinarsi il traguardo.
Il primo disco verde per Montella è stato proprio l'avallo di Lippi, sempre più ascoltato in attesa dell'imminente ritorno in Federcalcio con un ruolo non certo di contorno: il ct campione del mondo a Berlino, al rientro dai Caraibi per lo stage ai tecnici locali organizzato dalla Figc, ha dato il suo parere sulla rosa dei candidati. Il secondo semaforo verde, di mercato, è arrivato dal Milan: dopo avere tenuto il mister della Samp in caldo per l'eventuale staffetta con Brocchi (lo punto già l'estate scorsa, ma non se ne fece nulla per via dell'insormontabile clausola da 5 milioni con la Fiorentina degli inflessibili Della Valle), Galliani lo ha liberato da qualunque vincolo morale. Il Milan oggi non è in condizione di promettere la panchina a nessuno: sia perché deve attendere l'esito della gara col Sassuolo per il sesto posto in campionato e della finale di Coppa Italia con la Juventus (Brocchi, il cui destino è stato rinviato grazie alla vittoria di Bologna, potrebbe conservare il posto, secondo gli auspici di Berlusconi, se vincesse il trofeo) sia soprattutto perché le sofferte trattative in corso per la vendita del club alla cordata cinese rendono nebulosa la programmazione e indecifrabile l'assetto societario.
Montella gode di un indubbio vantaggio sulla concorrenza, come emerge dalle indiscrezioni di queste ore: è un allenatore giovane e in carriera, malgrado l'impatto non esaltante con la Sampdoria dopo l'ottima esperienza con la Fiorentina, e viene dunque preferito in prospettiva ai veterani Ventura e De Biasi, mentre il già corposo curriculum in serie A lo mette davanti all'eroe di Berlino Cannavaro, che per il momento ha allenato soltanto fuori dall'Europa. Inoltre Montella non dispiace al Coni di Malagò, che avrà voce in capitolo, dal momento che si entra nel periodo preelettorale per il rinnovo delle cariche della Figc, tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017. La stessa candidatura di Lippi a direttore tecnico è stata trasversale: viene appoggiata in consiglio federale, non è sgradita a Tavecchio e ha ottenuto l'assenso di Malagò. Ora la discussione dell'intero pacchetto entra nei dettagli economici, tutt'altro che secondari, per quanto sia fin d'ora chiaro che il nuovo ct e il nuovo staff non potranno raggiungere, nemmeno con l'apporto degli sponsor, il livello dell'ingaggio complessivo (tra i 4 e i 4,3 milioni in base ai premi) dell'era Conte. La partita è ancora aperta, Ventura e De Biasi provano a tenere la ruota. Ma il tandem Montella-Lippi potrebbe avere già fatto il vuoto.