IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Incassata l’anticipazione di Sabatini («Sul suo futuro in giallorosso non sono preoccupato, 13 milioni per il riscatto mi sembra un cifra giusta»), El Shaarawy si mostra cauto: «Sono parole che fanno piacere ma non c'è niente di ufficiale - ha spiegato ieri a Sky - A fine campionato si vedrà cosa deciderà di fare la società». Una considerazione quanto meno singolare considerando come il dirigente dimissionario si è esposto nei suoi confronti. Ma la cautela dell’attaccante si spiega con i discorsi effettuati nelle ultime settimane proprio con il ds. Una cosa va premessa: El Shaarawy è felicissimo di restare. A Roma si trova bene, si è integrato nel gioco di Spalletti e nello spogliatoio giallorosso, si è rilanciato in un modo che è stata una sorpresa anche per lui («All'inizio non ci avrei mai creduto se me lo avessero detto») e ha ottenuto il sospirato pass per gli Europei. Un quadro idilliaco che non vuole venga sovvertito. Tradotto: l’attaccante è felice di rimanere ma non vuole poi entrare in ulteriori giochi di mercato, dettati dalle plusvalenze. Ergo, se viene riscattato per restare, ok. Altrimenti l’argomento va affrontato. E discusso. Tempo non manca: il Milan infatti andrà accontentato prima del 30 giugno (tra il 20 e il 22).
LA RINASCITA Paradossalmente a metterlo in guardia sono stati alcuni sondaggi arrivati al suo agente da parte di qualche club della Premier. Il timore è chiaro: non è che per salvare Nainggolan e Pjanic, alla fine il sacrificato sono io? Dubbio lecito. Che al netto delle promesse e delle rassicurazioni ricevute a parole, va chiarito vis a vis al momento del riscatto. Anche in virtù della posizione di Sabatini che non perde occasione per rimarcare – nonostante a Trigoria ci credano poco - come voglia farsi da parte dopo il 30 giugno. Stephan intanto viaggia a medie da capogiro. Sette reti in 14 gare, una ogni 149 minuti disputati. Nemmeno nella stagione d’oro al Milan (2012-13) aveva numeri del genere. A Roma è rinato: con Spalletti è scoppiato un feeling tecnico a prima vista. Nello spogliatoio, l’essere entrato in punta di piedi è stato apprezzato dai compagni. Ha legato con i nazionali Florenzi e De Rossi, ora è ben visto da tutti, Szczesny («un altro mio anno in prestito a Roma sarebbe la soluzione ideale per tutti») e Nainggolan in primis. Domenica incrocia il Chievo, al quale in carriera ha già segnato (in Milan-Chievo 5-1, 3 novembre 2012). Per la prima volta giocherà in un Olimpico (quasi) pieno: «Non vedo l’ora. Sarà una domenica decisiva».
El Shaarawy, il dovere di un riscatto
07/05/2016 alle 14:07.