IL TEMPO (A. AUSTINI) - Bocche cucite, notti insonni per scambiarsi informazioni da una parte all’altra dell’oceano, un’attesa snervante ma la sensazione sempre più forte che il lieto fine si avvicini. La Roma è pronta ad accontentare Francesco Totti con un rinnovo, l’ultimo, del suo contratto da calciatore. La decisione finale spetta a James Pallotta, che a Boston ha definito la questione insieme al dg Baldissoni, al suo fido collaboratore Alex Zecca e al vice di Sabatini, Ricky Massara.
Oggi i due dirigenti italiani ripartiranno verso l’Italia, con una risposta da recapitare a Trigoria, anche se Baldissoni domani dovrà fare una tappa intermedia a Milano per l’assemblea della Lega di Serie A.
Il capitano attende fiducioso. Nei giorni scorsi, attraverso la mediazione del suo entourage, ha fatto capire a Baldissoni di esser disposto a tutto pur di rinviare di una stagione il suo addio al calcio: pretese economiche ridotte al minimo, piena accettazione del ruolo da «riserva» che sta già ricoprendo nella Roma di Spalletti e la disponibilità ad appoggiare la società anche a livello mediatico. In fondo, l’inizio della «schiarita» è proprio quel comunicato diffuso da Totti attraverso il suo blog, in cui sottolinea che i suoi gol devono «unire e non dividere». Una sorta di mano tesa al club, da settimane sotto attacco per una vicenda delicatissima.
Ed è proprio la valenza «politica» della scelta a portare in secondo piano l’aspetto tecnico e rendere possibile il dietrofront rispetto a quanto Pallotta aveva deciso da tempo, ovvero che fosse arrivato il momento per Francesco di appendere gli scarpini al chiodo e iniziare un percorso da dirigente. Sperava che nel frattempo lo stesso Totti si convincesse a fermarsi, ma non è successo. Poi, tra le pressioni dei tifosi e le giocate del capitano nelle ultime quattro partite, il quadro si è ribaltato. Pallotta ha ancora la facoltà di insistere sul «no», ma ha capito quanto sarebbe difficile gestire il dopo-Totti. E, strategicamente, potrebbe utilizzare il rinnovo del capitano per far metabolizzare la partenza di un top player in estate, operazione resa necessaria per rispettare i parametri di bilancio imposti dal fair play finanziario. Il pacchetto addio al capitano più cessione di Nainggolan (Chelsea in pressing), ad esempio, scatenerebbe un malumore troppo forte da contrastare anche per chi come Pallotta finora ha dimostrato di ragionare più come un manager d’azienda.
Ormai ci siamo, al massimo entro l’inizio della prossima settimana verranno sciolte le riserve perché la Roma intende annunciare la decisione prima dell’ultima gara casalinga con il Chievo. In cantiere non c’è un comunicato ufficiale ma una dichiarazione pubblica: se Pallotta avrà optato per il rinnovo, allora si organizzerà un mini-evento mediatico insieme a Totti in collegamento tra Trigoria e Boston. In caso contrario sarà il presidente a spiegare perché il capitano non giocherà più con la Roma. E mentre da New York l’allenatore dei Cosmos conferma di avere avuto «una conversazione» con il numero 10 romanista (ma lui non conferma) e alcuni agenti a Dubai stanno raccogliendo una proposta dall’Al Jazira da sottoporre poi a Totti, il suo amico Malagò tifa per il finale positivo della telenovela: «Se il desiderio di Francesco - dice il presidente del Coni - corrisponde a alle necessità della Roma mi sembra una logica di buon senso un certo tipo di conclusione».