L'arrivo, anzi il ritorno, di Spalletti a Trigoria ha scosso letteralmente i giocatori: via gli alibi, è servito il bastone per raddrizzare la baracca. Legnate durissime per lezioni preziosissime. Ne ha avute per tutti, da Florenzi: «Ogni tanto si perde in certi atteggiamenti inutili, ma certe cose i campioni non le fanno. Quando smetterà, diventerà un campionissimo», a Salah: «Ho messo la regola che chi non passa la palla deve pagare la cena al compagno. Salah vada al bancomat... In campo deve essere più curioso». Per non parlare di Dzeko: «Deve farmi vedere che vuole pregarmi per riavere una maglia» e soprattutto di El Shaarawy, rinato a Roma dopo i fallimenti di Milano e Monaco.
La lettura del derby è stata perfetta, con Nainggolan alto fin sulla linea degli attaccanti per aggredire la Lazio. È solo l’ultima evoluzione di un processo laborioso. «Prima di andare allo Zenit, pensavo che avrei schierato la mie squadre con il 4-2-3-1 fino alla morte. Poi ho scoperto che c’è anche qualcosa di diverso».
(gasport)