IL MESSAGGERO (U. TRANI) - L'Olimpico, anche se vuoto, finalmente ritrova l'entusiasmo. Ma solo grazie al suo Re che non abdica. Totti fa felice la sua Roma e la sua gente. Non altri che sono qui e non si sa perché. Come spesso è accaduto in passato e come succede da 3 gare di fila. I suoi 2 gol (ora sono 303, niente...), segnati in extremis, servono per ritrovare il successo dopo due pari di fila e allungare sull'Inter quarta, ora a 7 punti. Spalletti esce male dalla serata: non gli riesce nemmeno l'abbraccio finale al protagonista che lo scansa. Perché conclude la gara con l'ennesima umiliazione, concedendo al capitano solo gli ultimi 4 minuti prima del recupero e con la squadra in svantaggio 2 a 1. Le due prodezze gli regalano i 3 punti, preziosi per blindare il 3˚ posto e mettere al sicuro la partecipazione alla prossima Champions. Il pensionato, però, non ci sarà. Qui non lo vogliono più. Totti non è partito titolare nemmeno dopo il gol di domenica. Eppure salverà, mai verbo è più appropriato, ancora la Roma. Che, a tre giorni dalla gara contro l'Atalanta, è comunque diversa. Nel 4-3-1-2 sono quattro le novità: entrano Maicon, Emerson, Keita ed El Shaarawy. La rotazione contro il Torino nasce dalle condizioni fisiche e psicologiche di alcuni titolari: Digne e Pjanic non hanno recuperato al cento per cento, Zukanovic e Dzeko sono usciti frastornati dalla sfida di domenica a Bergamo. Spalletti, dunque, non ha voluto correre rischi, anche perché ha notato i primi sintomi di stanchezza dopo la lunga rincorsa verso il podio Champions. Maicon non è più partito dall'inizio dal 27 febbraio, trasferta di Empoli; Emerson, invece, non è mai stato titolare in campionato, giocando dal primo minuto solo il 16 dicembre contro lo Spezia in Coppa Italia. Florenzi fa di nuovo la mezzala, Perotti si muove alle spalle di Salah ed El Shaarawy che si accendono a intermittenza.
SENZA RITMO - Non basta Keita, al rientro dopo essere stato escluso nelle ultime due gare, per ritrovare il gioco. Manca la velocità e il Torino ne approfitta. Ventura, con il 3-5-2, fa abbassare i suoi giocatori sotto la linea della palla e lascia a turno, in avanti, solo uno tra Belotti e Martinez: il contropiede è nei loro scatti. Manolas va subito in difficoltà e anche Ruediger fatica. L'unico tiro nello specchio della Roma, prima del vantaggio granata, è di Maicon. Raffica, invece, di pericoli: Martinez spreca due volte e Belotti colpisce il palo. Su cross di Silva, Manolas abbraccia proprio il centravanti e Calvarese assegna il rigore. Belotti spiazza Szczesny e realizza il 5˚gol nelle ultime 7 partite. E' il 35', ma già da metà tempo, pesata l'esibizione lenta e prevedibile dei giallorossi, il pubblico chiama in campo Totti, festeggiato pure durante la lettura delle formazioni, quando invece è stato fischiato Spalletti. Nainggolan prova a trascinare i compagni: destro da fuori deviato da Padelli. L'arbitro, prima dell'intervallo, nega al belga il rigore: Gaston Silva respinge il suo tiro con il braccio aperto. E, ad inizio ripresa,concederà il bis, sempre su tiro di Nainggolan fermato da Gazzicon la mano. L'addizionale Giacomelli, piazzato bene come nella azione del rigore concesso al Torino, non si sa come abbia fatto a non intervenire.
SCACCO CON IL RE - Spalletti ci riprova con Dzeko, in campo dopo un'ora: fuori Emerson. Florenzi passa a sinistra da terzino. L'assalto della Roma è frenetico e quindi manca la lucidità al momento di concludere. Non è un caso che il pari, colpo di testa di Manolas, arrivi su palla inattiva, dal corner di Perotti. Tocca poi a Pjanic, al posto di El Shaarawy, ma il Torino si riporta avanti con Martinez. La mossa della disperazione di Spalletti al fotofinish: quattro minuti per Totti. Gli bastano, anche se il cambio sa di sfregio. Due gol (ultima doppietta nel derby del gennaio 2015), al volo e su rigore (il meno evidente: mano di Maksimovic), e l'Olimpico lo incorona. E non solo per i 303 gol. Perché non c'entra niente con chi oggi governa a Trigoria. E' troppo della Roma per loro.