LA STAMPA (G. GARANZINI) - A 40 anni 6 mesi e 9 giorni Silvio Piola, proprio lui, l’unico a star davanti a Totti nella classifica cannonieri di tutti i tempi del nostro calcio, segnò il suo ultimo gol in serie A. Con la maglia del Novara, contro il Milan, in rovesciata, che era la più spettacolare delle specialità della casa. Con due soli mesi in meno sulla carta d’identità, ma a sua volta ben oltre la soglia dei 40, Dino Zoff inchiodò sulla linea bianca del Sarrià di Barcellona quel colpo di testa di Oscar al 90’ che avrebbe reso vani i tre gol di Paolorossi al Brasile. Poi, certo, arrivano gli statistici a ricordare che Costacurta segnò su rigore all’Udinese all’età di 41 anni e 25 giorni. Ma sarà proprio il vecchio Billy (dopodomani ne fa 50, auguri) il primo a riconoscere la differenza tra cronaca e storia.
Nella leggenda - Con quel gol sul primo pallone toccato, doppiato subito dopo dal rigore, Totti che già i confini della leggenda li bazzicava stavolta c’è entrato del tutto. E non solo all’interno del raccordo anulare. Sicché diventa quasi un obbligo mettere alla frusta la memoria, quel po’ che ne rimane, in cerca di precedenti, di paralleli, di suggestioni. La volata di Bartali alla Milano-Sanremo del ’50, lui che velocista non era e si concesse il lusso a 36 anni di bruciare allo sprint uno specialista come Van Steenbergen. Quel fenomeno assoluto di longevità che fu Archie Moore, campione mondiale dei mediomassimi alla bellezza di 46 anni: così sicuro della propria immortalità sportiva da permettersi di salire un’altra volta di categoria e di sfidare, a 47, per il mondiale dei massimi un certo Cassius Clay, poi Mohammed Alì. Una pazzia durata non più di quattro riprese, ma rimasta negli annali. Anche se il fenomeno di tutti i tempi rimane, e rimarrà, sir Stanley Matthews. Il quale Matthews, avendo perso gli anni della guerra come accadde a quelli della sua generazione, decise di recuperarli a fine carriera. Esagerando un po’. Perché vinse il primo Pallone d’oro della storia nel ’56, all’età di 41 anni: ma il premio, anziché appagarlo, lo spinse oltre. Molto oltre se è vero che riconsegnò le scarpe al magazziniere dello Stoke City soltanto a cinquant’anni suonati.
Modello Altafini 2.0 - Da qui la domanda. Che traguardo si sarà posto Totti? Quello di Piola o quello di Matthews ? Un’altra stagione? Due? O a oltranza? Ferenc Puskas, fuoriclasse assoluto, tra i primi dieci di tutti i tempi, smise alla sua età attuale, 39 anni. Si ritirò da un altro calcio, più lento, più statico, in cui la sua classe e l’intatta potenza del sinistro compensavano la ridotta mobilità e una pinguedine incipiente: fatto sta che in quella sua ultima stagione al Real Madrid, giusto mezzo secolo fa, segnò ancora quattro gol in Liga proprio come Totti (al momento) e ne aggiunse cinque in coppa Campioni pur non disputando la finale, vittoriosa. Ma allora i cambi non c’erano. Sette anni più tardi il buon Cesto Vycpalek, o chi per lui alla Juventus, inventò per Altafini un meccanismo a tempo, da tredicesimo, che consentì al brasiliano il tramonto da campione che meritava. Sono passati più di quarant’anni, e il Totti di oggi è meno giovane dell’Altafini di allora. Ma se c’è un giocatore in grado di ripeterne le prodezze a orologeria quello è Totti, e non si capisce cos’altro dovrebbe fare per dimostrarlo. Se poi pretende una maglia fissa da titolare – detto che ogni tanto non guasterebbe – è fuori strada. Ma se chi lo gestisce non gli concede che scampoli, e s’incavola pure quando perde tempo a festeggiare i gol che salvano la Roma, fuori strada è l’altro. Fuori dal mondo, giallorosso e non.