Una cosa che accomuna tutti i giocatori che con Luciano Spalletti hanno litigato (discusso, avuto frizioni, argomentato: usate voi la definizione che più vi piace) è un giudizio lapidario: quando lui si arrabbia fa un po’ paura. Ovvio però che con Francesco Totti ci sia un pregresso di ruggini – che a Trigoria confermano – utile a spiegare l’attuale stato dei rapporti.
In diverse piazze in cui Spalletti ha allenato si narra di sfuriate epocali. A Udine, nel 2005, raccontano i cronisti che a farne le spese fu Jankulosvki, ma a fare molto più scalpore fu il doppio confronto con Christian Panucci: una volta nel 2007 dopo una 3-0 casalingo della Roma col Siena e un’altra nel 2009 per una panchina non gradita a Napoli. In questo frangente, anzi, Spalletti escluse il difensore dalla lista Champions e la sfortuna poi costrinse i giallorossi a giocarsi i quarti contro l’Arsenal con una difesa in piena emergenza.
A San Pietroburgo raccontano come Spalletti – contando anche sul filo diretto col presidente del cda della Gazprom, Alexey Miller – vinse il braccio di ferro con due totem dello spogliatoio dello Zenit: Igor Denisov e Roman Shirokov, entrambi ceduti. Di quest’ultimo addirittura i cronisti russi raccontano come una volta osasse tirare una pallonata volontaria a Luciano da Certaldo.
(gasport)