Per il pubblico ministero Eugenio Albamonte l’azione di Daniele De Santis «Non ha precedenti nella storia degli scontri calcistici del nostro Paese». Motivo per cui secondo i pm l’ex ultrà romanista merita l’ergastolo. In sei mesi sono stati chiariti tanti aspetti ma sembra che sulla questione restino ancora alcune zone d’ombra.
La richiesta del carcere a vita ha scatenato la reazione di De Santis (uscito urlando dall’aula bunker di Rebibbia) che secondo i pm non merita attenuanti. «Non ha agito da solo ma in maniera preordinata con altri sei individui purtroppo non identificati, con una studiata aggressione al pullman dei napoletani. Ma è rimasto travolto dalla risposta dei tifosi aggrediti che non pensava così numerosi. De Santis ha sparato puntando l’arma contro Ciro Esposito e gli altri napoletani non alla cieca come vuole farci credere. Poteva essere una strage».
Il 18 maggio sarà il turno di Politi, difensore di De Santis, che ha già raccontato di aver strappato la Beretta a un napoletano e aver fatto fuoco alla cieca, per difendersi dall’aggressione. Sentenza il 24.
(gasport)