LEGGO (F. BALZANI) - Frasi rubate, smentite ufficiali e video scottanti. Le Idi di marzo, che 2060 anni fa sconvolsero Roma, ieri hanno lasciato posto al Pallotta Gate e al delicato rinnovo di Totti. Tutto è nato dalla rivelazione su Twitter e sul sito chiesaditotti.com di alcuni tifosi romanisti presenti alla “Sloan Conference”, che si è tenuta a Boston il 12 marzo e alla quale ha preso parte Pallotta per parlare della start-up della Raptor che aiuta Spalletti nell’analisi delle partite. Al termine del meeting il presidente si è intrattenuto con 20 persone parlando di Totti: «La situazione è davvero difficile. Vorrei che entrasse a far parte del management ma lui preferirebbe continuare a giocare. Potrebbe essere interessato anche a giocare a Miami o a New York». Frasi oggi smentite dallo stesso Pallotta: «Non ho mai detto queste cose, ma solo che è stato il migliore in Italia per moltissimo tempo. Potrà rimanere a Roma quanto tempo vorrà». Finita qui? Macché. Tre ore dopo ecco il video della chiacchierata: «A Roma abbiamo un calciatore che è indiscutibilmente uno dei più grandi giocatori di sempre. Francesco ha 39 anni ed ha ancora delle qualità incredibili. È naturale per lui avere il pensiero di poter giocare sempre allo stesso modo, anche alla sua età. Ma il suo corpo e la sua mente dicono cose differenti. La pressione che c’è a Roma su di me per fargli un altro contratto è incredibile. Sto avendo diverse discussioni con lui. Gli ho detto che è stato la storia della Roma per 30 anni ma deve pensare a come vuole uscire. Per me non è difficile capirlo ma in Italia la cultura è diversa. È difficile da comprendere perché è un giocatore che per tanto tempo ha venduto più maglie di chiunque e che rappresenta la faccia di Roma. Poi quando si comincia a pensare di portare un giocatore come Messi o Ronaldo, l’icona del club deve sapere che influenzerà lo stile di gioco della squadra». Ragionamento razionale, equilibrato, ma al tempo stesso pesanti e forse definitive. Ancora più forti i commenti su Garcia: «Usava sempre e soltanto la stessa strategia di m... e non faceva attenzione ai dati. Al contrario, Spalletti si è mostrato più aperto al campo dell’analisi». Poi una conferma dell’importanza di Zecca rispetto all’ormai dimissionario Sabatini (in orbita Chelsea): «Con Alex ho analizzato l’acquisto di El Shaarawy. Abbiamo raccolto pareri sul suo fallimento al Monaco, prima di parlare con lui e spiegargli che sarebbe stata la sua ultima possibilità». Infine: «De Sanctis lo adoro, vorrei farlo allenatore o direttore. Iturbe non è adatto al nostro gioco. Lo stadio sarà pronto nel 2018».