«Lo scudetto, di solito, lo vince la miglior difesa». Lo ripete spesso Massimiliano Allegri che, infatti, si appresta a conquistare il suo secondo tricolore con la Juventus, il quinto consecutivo per i bianconeri. Una verità che conosce bene Luciano Spalletti e ad inizio stagione sottovalutata da Rudi Garcia, convertito al motto zemaniano «l’importante è fare un gol più dell’avversario», con risultati devastanti.
Al cambio di allenatore, infatti, la Roma aveva subito 38 reti in 25 gare, compresa la Champions League, con una media di 1,52 gol a partita, mantenendo solo in 5 occasioni (Bate Borisov all’Olimpico, Frosinone, Lazio, Napoli e Genoa) la porta inviolata.
Le cronache da Trigoria raccontano invece di uno Spalletti che da subito ha lavorato duramente sui meccanismi difensivi, e i risultati si sono visti. Perché la Roma continua a segnare molto - con 62 reti ha il miglior attacco del campionato insieme al Napoli - ma difende meglio.
«Merito di tutta la squadra», il ritornello che si ripete in queste circostanze, ma i numeri non mentono: con Spalletti la Roma in campionato ha subito 9 gol in 11 gare con una media di 0,81 che sale ad un gol a partita contando il doppio 0-2 col Real Madrid in Champions.
Si può fare meglio, soprattutto se il riferimento è la Juventus, che di gol in campionato ne ha subiti solo 16, ma la strada è giusta e ora la difesa giallorossa con 31 reti al passivo è la quarta della Serie A, dietro ai bianconeri, al Napoli (24) all’Inter (28) e al pari del Milan.
(corsera)