IL TEMPO (A. SERAFINI) - Gli aerei sono partiti, i dubbi sono rimasti a terra. Mentre il volo della squadra riportava Totti e compagni nella capitale, il jet privato di Pallotta era pronto ad attraversare l'oceano facendo rotta sugli States. E alla fine l'atteso incontro tra le parti non è andato oltre un semplice e breve colloquio andato in scena qualche giorno fa nei corridoi di Trigoria, dove incertezze e preoccupazioni rimarranno probabilmente fino al termine della stagione. Almeno per Totti.
La chiarezza richiesta dal capitano per capire o meno se ci siano i presupposti di proseguire la carriera di calciatore per un'altra stagione si è scontrata invece contro il semplice invito del presidente americano nel rifletterci ancora un po', magari provando a valutare sin da subito l'ipotesi di appendere gli scarpini al chiodo ed entrare dalla prossima estate all'interno dei quadri dirigenziali. D'altronde, senza mai ammetterlo pubblicamente, l'intenzione societaria è rimasta sulla posizione opposta del numero 10, convinto di poter raggiungere il traguardo dei quarant'anni ancora sul campo e non dietro ad una scrivania.
Pallotta quindi ha sfruttato la tappa romana per manifestare le proprie perplessità direttamente a Totti, che dalla sua parte però avrebbe preferito ricevere una risposta secca e sincera, anche se fosse stata negativa. La mancanza di una stretta di mano chiarificatrice ha invece lasciato gli stessi strascichi di insoddisfazione nella testa di Francesco, che martedì al Bernabeu ha preferito glissare sull'argomento limitandosi a ricevere la standing ovation del Bernabeu e l'emozione di una serata europea che forse non tornerà più.
Difficile quindi ipotizzare un cambiamento di rotta prima del prossimo viaggio romano di Pallotta, atteso prima del termine della stagione per ulteriori impegni legati alla realizzazione del nuovo stadio. La tappa intermedia al Bernabeu è stata vissuta infatti come un passaggio obbligato prima del rientro negli Stati Uniti, tra una cena con i dirigenti (la sera prima della gara il presidente ha pagato il conto ad un gruppetto di tifosi romanisti che stava cenando nello stesso ristorante) e un in bocca al lupo generale alla squadra, che ha preferito non salutare evitando di scendere negli spogliatoi dopo il fischio finale.
Nei prossimi mesi quindi, Totti continuerà come il resto dei suoi compagni ad accettare la nuova dura metodologia di lavoro di Spalletti, che in più di un'occasione ha ribadito di non voler entrare o subire il peso di ogni tipo di decisione che verrà presa nei confronti del capitano giallorosso. Anche perché se il futuro proseguirà insieme sul campo, le presenze e il minutaggio sarà sempre dettato in base al bene comune del club, senza concedere sconti a nessuno.
Capitolo Sabatini: l'incontro con Pallotta nel secondo tempo del match con la Fiorentina non ha cambiato le carte in tavola, a partire dall'intenzione del ds di interrompere ogni tipo di rapporto nel prossimo 30 giugno. Dopo aver comunicato ufficialmente nello scorso gennaio le proprie dimissioni al presidente, il lavoro di Sabatini sta proseguendo quotidianamente nella costruzione della Roma della prossima stagione. Nel frattempo sarà compito di Pallotta e del suo staff, analizzare e valutare i nomi del possibile sostituto, questione che finora non è stata inserita tra le priorità. Per il momento a Trigoria il vero punto di forza viene riconosciuto nel lavoro totale di Spalletti, deciso e determinato a cambiare passo e mentalità. Nessuno si senta escluso.