Prima i «riportini» di tifosi americani presenti a un convegno bostoniano. Poi le smentite ufficiali della Roma, che si trasformano in una Caporetto mediatica. Infine il video che spiega per sempre quello che James Pallotta pensa del futuro di Francesco Totti: ritirarsi e passare dietro una scrivania, perché «non può più giocare come prima. Ha un talento incredibile, ma il suo corpo non può più fare quello che gli dice la mente».
«Il suo contratto scade quest’anno - ha detto Pallotta - e tutti ne vogliono un altro. La pressione a Roma nei miei confronti per fargli il rinnovo è incredibile. Ho avuto molti colloqui con Francesco e gli ho detto che starà ancora con la Roma per 30 anni e più, ma di pensare a come smettere. Io non trovo che sia difficile capirlo, forse lo è per la cultura italiana».
Una posizione ormai chiara: il tempo passa per tutti e non fa sconti e la scelta di non rinnovare un contratto è un diritto per il club. Ma perché, allora, ripetere ogni volta che Francesco Totti potrà decidere del suo futuro e poi non trasformare la promessa in realtà? Totti non chiede un posto di titolare, ma un altro anno da calciatore, inseguendo un sogno: il secondo scudetto che nessun giallorosso ha mai vinto.
Francesco Totti non ha risposto, ma è molto contrariato. Ha capito che il club non vuole prendersi la responsabilità di dire che, da calciatore, è diventato un peso. Deve essere lui a farsi da parte. La Juventus, con Del Piero, fu spietata ma chiarissima.
(corsera)