IL TEMPO (G. GIUBILO) - Ridotta all'osso la spedizione italiana che, alla fine dell'estate scorsa, era partita alla conquista dell'Europa. Ancora un briciolo di speranza per la Champions, tra una settimana la Juventus nella tana del Bayern. Purtroppo la Roma è riuscita a farsi del male al Bernabeu, regalando l'impossibile al Real e facendo infuriare Spalletti che, azzardando la carta Dzeko, ci ha messo del suo. Ma grandi ambizioni riservava il quartetto dell'Europa League, nonostante la disfatta dalla Samp col Vojvodina nel preliminare. Ma poi avevano mollato la presa anche il Napoli e la Fiorentina, non erano state fortunate nel sorteggio contro rivali quotati, ma dalla seconda e dalla terza del nostro campionato era lecito aspettarsi una resa meno prematura. Tra le sedici superstiti, figura dunque soltanto la Lazio, che non ha avuto il più arcigno tra i rimasti, ma non può permettersi di snobbare lo Sparta Praga che, nella precedente fase, si era comportata con onore, lasciando sul suo cammino cadaveri eccellenti. Recuperato, tra i cechi, il capitano Lafata dopo un mese di stop forzato. In arrivo molti tifosi laziali, non la parte migliore. Peggio per i faziosi: Praga, una delle più belle capitali del Vecchio Continente, meriterebbe attenzione turistica più approfondita. Sentirà in modo particolare questa partita il buon Pioli, ormai da quasi tutti dato in partenza a fine stagione, nonostante il suo lavoro a Formello non sia stato sicuramente da disprezzare. E il finale di stagione, secondo recenti abitudini, potrebbe regalargli ancora occasioni per riguadagnarsi la fiducia smarrita.