IL MESSAGGERO - Lo scorrere delle foto, gran parte legate alla sua prima avventura nella Capitale, più che emozionarlo lo convincono in modo definitivo. Ha fatto bene a tornare. Passano le immagini del papà che non c’è più, della mamma, della compagna Tamara, dei figli Samuele e Federico e della piccola Matilde. Spalletti, oggi 57 anni, parla dei suoi cari con il cuore. Che però batte forte anche davanti alle 3 coppe vinte qui. Ringrazia il presidente Sensi per averlo difeso fin dall’inizio, l’amico Conti che lo scelse nel 2005 e chi lo affianca oggi. Non dimentica nemmeno Cassano che mise alla porta. Ma al centro dell’intervista a Roma Tv finisce, come spesso è accaduto ultimamente, Totti. «È la storia della Roma, il calciatore più forte del dopoguerra».
ELOGIO DA 10 E LODE «Da lui ho imparato moltissime cose che poi ho riproposto. Le sue giocate sono state riproposte come esercitazioni negli allenamenti e hanno determinato molti gol nelle mie squadre pur non essendo lui a compierle. Ha dato tanto sotto l'aspetto della qualità, dei numeri a questa squadra e questa società ed è giusto tutto quello che gli viene riconosciuto. Spero poi che lui riesca a chiudere nella maniera più corretta per quello che gli dice il suo cuore. E' una situazione che mi mette in difficoltà perché molti poi vogliono abbinare la sua e la mia situazione ma io ho assoluto rispetto per il campione e per l'uomo Totti».
APPELLO AL PRESIDENTE «Nella foto è in versione ultras. E' uno che ha entusiasmo, che ci tiene moltissimo alla nostra squadra, che vuol vincere, che pensa di poter trasmettere molte cose ai suoi calciatori, è un positivo, una bella persona. Bisognerebbe che ci stesse più vicino, che fosse più a contatto così sarebbe più facile prendere il segnale che lui vorrebbe mandare alla sua squadra che è molto di più di quello che riesce a fare in questo momento».
PRECEDENTE SFIZIOSO La festa del 2008, proprio a Madrid. «Quando vinci queste partite lo vedono in tutto il mondo. Ogni squadra è battibile. L'importante è sapere dove vuoi andare. Loro furono costretti a scansarsi. Il raccolto di tanto impegno, allenamenti seri, fatti bene, di gente che aveva voglia di determinare il proprio futuro. A Roma se gli dai delle soddisfazioni te le rigirano con ancora più amore. Tu gli dai 10, loro ti danno 20». Domani vale la pena riprovarci.