IL TEMPO (E. MENGHI) - L’aria di casa sembra aver fatto bene ai nazionali giallorossi, tornati integri e felici a Trigoria. Qualcuno non ha brillato, a Florenzi i tedeschi hanno fatto tornare il mal di testa e Digne ha sporcato la prova con la Francia sbagliando la marcatura sul primo gol russo, ma a rendere il bilancio positivo ci hanno pensato El Shaarawy, autore dell’unica rete azzurra contro la Germania di Rudiger (90 minuti a buon livello), e i bosniaci Pjanic e Dzeko. Il centrocampista ha confezionato l’ennesima punizione capolavoro, mentre il centravanti leader e capitano in patria è entrato nella storia dei capocannonieri dell’ex Jugoslavia con il gol numero 46 in nazionale. Ha battuto il record del croato Suker firmando il momentaneo 1-0 alla Svizzera. «Diamante bosniaco» è il modo in cui i media locali hanno scelto di celebrare l’attaccante che ogni 143 minuti «buca» la porta avversaria.
Ma se con la casacca bosniaca si fa notare dimostrando doti da bomber, in giallorosso fatica quasi il doppio del tempo per trovare la rete, ha una media di un gol ogni 261 minuti in questa stagione ed è Dzeko stesso ad essersi messo in discussione, riflettendo sull’ipotesi di un addio a giugno. Spalletti ha esultato a distanza per il record di Edin, perché per un attaccante è sempre il miglior modo per ritrovare la fiducia persa, ma la soddisfazione personale con la Bosnia potrebbe non bastare all’ex City per strappare una maglia da titolare domenica. Gli altri nazionali sono quasi tutti certi di trovare posto nell’undici anti-Lazio: Szczesny, Florenzi, Rudiger, Manolas, Digne, Pjanic, Nainggolan, Salah ed El Shaarawy sono pronti per tornare subito in campo. Gli unici due ruoli rimasti scoperti dovrebbero essere occupati da chi in nazionale ha smesso di andarci per via dell’età, ossia Keita, e da Perotti, in vantaggio nel ballottaggio con Dzeko. E non è certo una novità, perché da quando i rinforzi offensivi di gennaio si sono messi a disposizione di Spalletti, solo una volta (Roma-Palermo 5-0) è stato preferito il bosniaco dal 1’, con El Shaarawy e Perotti entrambi in panchina.
Nelle restanti partite, il tecnico toscano ha scelto di giocare 6 volte con l’argentino falso nove e 3 con Dzeko punta e tutti gli altri dietro, puntando su una squadra votata all’attacco (contro Carpi e Udinese in campionato e con il Real nel ritorno degli ottavi di Champions). In stagione il trentenne di Sarajevo è subentrato in tutto 7 volte, 5 delle quali con Spalletti in panchina. Un gol in nazionale non dovrebbe spostare gli equilibri, ma lui è carico: «Massima concentrazione per il big match di domenica», ha scritto ieri sui social. Il miglior bomber slavo il derby dovrà però sudarselo.