IL TEMPO (A. SERAFINI) - Pugno di ferro, rigorosamente dettato da nuove regole e comportamenti. L'aria di Trigoria sembra improvvisamente cambiata dall'arrivo di Luciano Spalletti, perché una volta che si è saliti in sella sulla panchina della Roma non sono ammessi passi indietro. Alla vigilia della delicata trasferta di Empoli, il tecnico entra in sala stampa con la determinazione di chi possiede gli strumenti giusti per aiutare la squadra nel lungo processo di crescita. Inevitabilmente i riferimenti sul caso Totti abbondano, ma la risposta del toscano è cementata sulla stessa linea: «Lo rifarei con chiunque - ammette Spalletti - come ho già detto dal primo giorno in cui sono arrivato qui. Non accetto che gli interessi personali vengano anteposti a quelli che devono essere gli interessi del gruppo. Sinceramente vorrei che non se ne parlasse più, perché la situazione con Francesco andrà a posto da sola. Prima della sfida con il Palermo è venuto negli spogliatoi e ha fatto quello che mi aspettavo, è stato con i suoi compagni. Il giorno dopo si è presentato al solito orario e ha fatto l'allenamento e tutto quello che doveva fare, con assoluta tranquillità».
Perché in fondo è sempre una questione di atteggiamenti, o meglio di comportamenti. Il clamore mediatico suscitato dalla vicenda nell'ultima settimana era stato ampiamente previsto dall'allenatore, tanto da convincerlo nella mattinata di ieri nel chiedere allo staff di Trigoria di preparare un video da mostrare durante la conferenza. L'attenzione è stata rivolta ad una precisa azione di Roma-Palermo: d'altronde con la squadra in vantaggio di 4 gol e con una doppietta appena messa a segno, la corsa di 50 metri di Salah nel rincorrere l'avversario di turno non poteva passare inosservata. Almeno per Spalletti, che in un colpo solo ha inviato un messaggio rivolto a tutte le parti in causa, dalla stampa ad ogni singolo giocatore. Con annessa spiegazione: «Voi mi avete preso per il culo per anni sui comportamenti giusti. Questo è un comportamento giusto. Che non è il gesto tecnico pazzesco fatto in occasione del gol, come voi avete evidenziato. Io evidenzio questo gesto, invece, perché è questo quello che tante volte interpreto come l'indicazione sulla strada da seguire. Se riusciamo a far fare tanti di questi comportamenti a tutti i componenti della rosa, allora ci possiamo togliere delle soddisfazioni e riavremo la squadra che ha un cuore unico, che si aiuta». A partire proprio da oggi, nella sua Empoli: «Gli faccio i complimenti perché secondo me hanno dimostrato di giocare il calcio migliore e per questo vedrete che per noi sarà una gara durissima. Non guardo la classifica, noi vogliamo raggiungere obiettivi importanti e mi sono segnato 2-3 aggettivi al riguardo: la cultura, un metodo, lo stile. Per riuscirci poi voglio avere accanto a me i giocatori più forti e rappresentativi, soltanto così diventerà possibile». Ogni riferimento, da quando c'è lui, non è più puramente casuale.