IL TEMPO (E. MENGHI) - Troppo grande il peso delle responsabilità per ignorarlo. L’intenzione di Sabatini è andar via a fine stagione, un’assunzione di colpe dopo cinque anni di lavoro e nessun trofeo, ma davanti alle telecamere, prima della delicata sfida con il Real Madrid, il diesse ha preferito smorzare i toni: «Sono assolutamente tranquillo, è stata una stagione pesante. Non ho mai parlato né evocato la parola dimissioni, sono rimasto zitto. Ho avuto un contatto con Pallotta al termine del mercato e ci siamo dati appuntamento ai prossimi mesi per un consuntivo ed un bilancio. Vedremo se ci saranno problemi o meno». Spalletti spera che, nel caso in cui riuscisse a rendere meno brutta di quello che è l’annata giallorossa, Sabatini cambi idea e resti il timoniere del mercato: «Lui è un uomo molto generoso e cerca di coinvolgermi nelle futuribili vittorie. Ha aperto il suo laboratorio a Trigoria, sta facendo un lavoro straordinario, i cui frutti si vedranno nel tempo». Le parole al miele dell’allenatore sembrano aver addolcito i pensieri del direttore sportivo, che fuori dallo stadio ha incontrato un gruppo di tifosi con le stesse benevole intenzioni: «Resta qui altri dieci anni».
Lui ha risposto col sorriso: «Forse mi sopravvalutate». Chiusura dedicata al mercato di riparazione che ha portato nella capitale Zukanovic, El Shaarawy e Perotti, diventati subito preziosi tra le mani di Spalletti: «Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi prefissati con il tecnico a gennaio, operando in massima convergenza». La sintonia c’è, bisogna solo vedere quanto ancora potrà durare.