IL TEMPO (A. SERAFINI) - Storie ormai lontane più di 10 anni, quando a casa Totti arrivavano frequentemente maglie del Real Madrid stampate con il suo nome. Sogni spagnoli mai concretizzati di fronte alle scelte di vita del capitano, pronto a incontrare nuovamente il club che è andato più vicino a strapparlo dalla sua Roma.
Adesso, alla soglia dei quarant'anni, lo sguardo verso le nuove generazioni arriverà dalla panchina, perché il risultato della squadra conta sempre più degli obiettivi del singolo. O della sua storia. Almeno per Spalletti: «Io alleno la Roma - ha ammesso il tecnico toscano al quotidiano spagnolo "As" - non soltanto Francesco. Ogni mia scelta è fatta per il bene del gruppo, non prendo decisioni in base alla storia di un giocatore. Finché non metteremo le cose a posto non c'è spazio per i sentimenti, Francesco come nessuno è in grado di metterti un pallone perfetto, però se la squadra deve pressare per lui è difficile arretrare 40 metri per attuarlo».
D'altronde la sua carriera non ha bisogno di un altro appuntamento per ricordarlo. Parola di Cristiano Ronaldo: «Totti è impressionante, se sta bene è giusto che continui. È un esempio per i bambini».