LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - La risalita verso il terzo posto non può subire soste. Ne è consapevole Spalletti, che stasera, contro la Sampdoria, si aspetta un’altra vittoria dai suoi, dopo le due consecutive contro Frosinone e Sassuolo. «Chiamandoci Roma siamo costretti ad avere la responsabilità di coloro che devono cercare di fare sempre risultato- è convinto il tecnico-abbiamo il privilegio di giocare qui, ma, al contempo, la responsabilità nel farlo. Smettiamo di parlare di ambiente difficile e pensiamo a costruire uno stile Roma». Lo stile di chi non si piange addosso, cercando alibi o scuse, cercando di riconquistare i tifosi che si sono allontanati dall’Olimpico, oppure che, diventati insofferenti per colpa dell’andamento stagionale, risultano più esigenti e fischiano spesso. Sono stati convocati tutti i giocatori in dubbio, vedi Florenzi, De Rossi e Dzeko. Su quest’ultimo Spalletti continua ad avere le idee chiare. «Lo serviamo male, non gli diamo palle che lui può giocare. Lo dobbiamo sostenere di più e servire meglio. Fisicamente è una belva, lo dobbiamo servire meglio». L’attaccante, reduce da un problema al polpaccio, dovrebbe farcela a scendere in campo oggi, mentre resta in bilico De Rossi, anche se l’assenza dello squalificato Nainggolan rende quanto mai importante la presenza di Daniele. Spalletti poi elogia l’allenatore della Sampdoria, quel Montella che ha allenato nella sua prima esperienza romana. «Ha fatto tutte le tappe per formarsi, non gli è stato concesso niente. Sarà un avversario difficilissimo». È tornato tra i convocati il terzino della Primavera Nura, dopo aver avuto l’ok dai medici per riprendere l’attività agonistica, interrotta per un problema al cuore.
Oggi, occasione del Capodanno cinese, come accaduto un anno fa, la Roma scenderà in campo con una scritta cinese sul petto, a omaggiare quello che per i cinesi sarà l’anno della scimmia. Ed è Dzeko sui social romanisti a rispondere alle domande dei tifosi orientali. «Spero che il problema della curva Sud si risolva presto, questa situazione non aiuta né noi né il club e nemmeno i tifosi stessi. Il benvenuto che ho ricevuto da questa tifoseria è una di quelle cose che capitano una volta nella vita e mi piacerebbe vivere la stessa cosa allo stadio».