IL MESSAGGERO (G. LENGUA) - Una curva sold out, il pubblico con le sciarpe al collo e forse qualche bandiera. Sarà questo il colpo d'occhio che offrirà la Sud a Roma-Real Madrid. La domanda è legittima: la protesta degli ultras è finita? Assolutamente no. Chi assisterà al big match di Champions League sarà un tifoso selezionato, esattamente quel tipo di supporter che le istituzioni vorrebbero all'interno dell'Olimpico (e in tutti gli stadi italiani). «Ognuno deve sedersi al suo posto. Sono vietati striscioni non autorizzati, turpiloqui, fumogeni, petardi ed insulti contro lo Stato» spiegava meno di una settimana fa il questore di Roma Nicolò D'Angelo, a margine dell'incontro tra i club e le istituzioni. Effettivamente (salvo stravolgimenti) sarà proprio questo il comportamento che terranno i tifosi mercoledì sera.
SUCCESSO A METÀ - Obiettivo raggiunto? In parte. Perché una fetta considerevole del pubblico acquistato il biglietto per due motivi: il primo è legato all'evento. La Roma giocherà contro una delle squadre più importanti e forti al mondo, con calciatori osannati in ogni parte del globo. Il secondo si può ricondurre alla striscia di vittorie conseguite dai giallorossi, che hanno riportato entusiasmo e passione tra i tifosi. Entrambe le motivazioni non hanno fermato i sostenitori anche di fronte al caro biglietti (ad esercitare la prelazione è stato il 40% degli abbonati): una curva costa 40 euro (esaurita), i distinti 60, la tribuna Tevere fino a 95 e la Monte Mario arriva ad un massimo di 110 euro. L'ultima volta che l'Olimpico ha ospitato circa 55 mila spettatori (ad oggi i tagliandi staccati sono 45 mila di cui 1000 sono ospiti, ma la mole di richieste si sta intensificando) era per Roma-Barcellona (57.836) e ancora prima Roma-Juventus (55.040), ultimo match con gli ultras al loro posto. Poi il declino: Roma-Udinese (25.099), Roma-Bayer Levekusen (36.000), Roma-Bate (27.489) e Roma-Milan (29.777) .
IL RICHIAMO - «La nostra squadra parte dal centro del campo ed arriva in cima alla Sud. Senza quel pezzo dietro la porta ci sentiamo più soli». Il richiamo di Spalletti, ormai insistente. Quando arrivò a Roma aveva meno chiara la situazione, ma adesso ha trovato il tempo di studiare il problema, rendendosi conto che la protesta andrà avanti fin quando verrano rimosse le barriere in curva. «Abbiamo bisogno del loro calore» ha detto il tecnico. E mercoledì ci sarà. Anche se più silenzioso.
Gianluca Lengua