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Gol e vittorie a ripetizione, l’attacco non è più Dzeko

29/02/2016 alle 14:02.
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IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Tre doppiette in otto gare. Una ogni 240 minuti. Il ritorno al gol della Roma si apprezza di più anche dalle piccole cose: prima dell’arrivo di , soltanto Gervinho era riuscito a segnare due reti nello stesso match in campionato. Due gare ravvicinate (col Carpi e a Palermo) che facevano parte della miglior striscia stagionale di successi (5) prima di sabato. Ora le partite sono già diventate 6 anche se all’orizzonte c’è una quaterna che non lascia dormire sonni tranquilli (-Udinese--Lazio). Pensieri futuribili: la Roma preferisce godersi la ritrovata vena realizzativa dei suoi attaccanti che ha permesso di segnare 19 reti (18 su azione) in 720 minuti e di risalire dal terzo (all'addio di ) al primo posto (aspettando il ) in quella delle marcature. A secco (se si esclude la ) i giallorossi sono rimasti solo a Torino.

AVANTI COL ROMBO Anche ad Empoli, ha seguito le indicazioni arrivategli dal campo. Che al momento dicono che la Roma gioca meglio con il centrocampo a rombo piuttosto che con il , il o con la difesa a tre. E pensare che il forfait iniziale di , avrebbe permesso al tecnico di schierarsi con il modulo che fece le sue fortune nella prima esperienza romana. Merito di Lucio è stato quello di non cadere in tentazione. Forse ha influito la volontà di mettersi a specchio con l’avversario ma la sensazione (avvalorata dai fatti) è che la squadra abbia trovato i suoi equilibri con un vertice basso () e uno alto (), pronto a regalare assist alle punte ma a trasformarsi nel primo marcatore sulportatoredi palla avversario.

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