Da Keita a Maicon, la riabilitazione del “vecchietto”

11/02/2016 alle 13:36.
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IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Non azzardatevi a chiamarli “vecchietti”. Tantomeno a darli per finiti. Perché poi arriva e in meno di un mese ribalta giudizi quasi definitivi. Alzi la mano infatti chi credeva che e potessero (ri) diventare titolari con l’arrivo del tecnico toscano. La cura-Lucio invece ha fatto gridare al miracolo, quasi quanto ai protagonisti del film Cocoon. Due gare consecutive partendo titolare, il brasiliano non le giocava dal mese di ottobre (Roma-Udinese e Roma). Per il maliano bisogna tornare indietro addirittura a settembre (Sampdoria-Roma e Roma-Carpi). Afflitti da innumerevoli acciacchi durante la stagione ( due volte fermo per problemi ai flessori e alle prese col solito ginocchio; out 40 giorni per ko muscolare) col Carpi cercano il tris. Forse sarebbe bastato ricordare quello sguardo immortalato dal click del fotografo del club, Luciano Rossi, per capire come tra e fosse scattata la scintilla. È chiaro che il brasiliano non è più l’avversario che faceva ammattire Tonetto nella prima esperienza dell’allenatore a Roma ma è bastato regalargli un minimo di condizione atletica per ritrovarlo sufficientemente pronto. Al resto ci ha pensato Lucio che prima lo ha spronato e poi lo ha agevolato con la difesa ‘tre e mezzo’, garantendogli più libertà in fase offensiva. Il coast to coast di Reggio Emilia ne è la conferma. Il paradosso ora è che più gioca e più si avvicina al rinnovo. L'accordo sottoscritto con il club prevede infatti che se riuscisse a disputare almeno il 70% dei minuti (quindi 63 su 90) di 20 partite ufficiali (e chissà se in quest’ottica le sostituzioni effettuate all’epoca da contro e , proprio al minuto 63, abbiano avuto a che fare con la questione-contratto), l’intesa si allungherebbe di un anno. Ne mancano ancora 12 (e senza l’exploit con il Real Madrid in , le gare da disputare rimangono 16): impresa ardua ma non impossibile.

TOTTI IN ATTESA - Per i saluti sono pressoché scontati. Nonostante questo, il maliano a 36 anni è diventato nei momenti di difficoltà il vertice basso della mediana che permette alla squadra (soprattutto in assenza di ) di respirare. Esperienza da vendere, non è un metronomo alla Pizarro ma resta comunque un uomo d’ordine prezioso. Ora di vecchietti da rilanciare rimane il più importante. E su (ieri differenziato), ci si fida di che, a chi gli chiedeva del perché per la quarta volta su cinque il capitano fosse rimasto in panchina, ha replicato: «Vi garantisco: tengo più io a lui, di voi». Non resta allora che attendere.