LA REPUBBLICA (G. SCARPA) - Grana col fisco per Alberto Aquilani. Il calciatore, 31 anni, è indagato per evasione. Il pm Francesco Saverio Musolino e i militari del Nucleo tributario della guarda di finanza stanno passando al setaccio la dichiarazione dei redditi dell’ex stella romanista e all’appello mancherebbe 1 milione di euro. È uno spicchio dell’ingaggio percepito dal centrocampista ai tempi in cui giocava nel Liverpool. Un somma che l’atleta, stanno verificando gli inquirenti, avrebbe dovuto versare all’erario.
Oggi Aquilani non milita più nelle file dei Reds. La sua è una carriera da girovago tra Italia, Inghilterra e Portogallo. Nato nella capitale nel 1984 è cresciuto ed è diventato grande nel club giallorosso, poi l’esperienza poco fortunata, nel 2009-2010, nella Premier League. A 25 anni si trasferisce nella città dei Beatles per cogliere l’occasione della vita, giocare nel mitico stadio Anfield Road. È ad agosto del 2009 che si concretizza l’acquisto, da parte di uno dei più importanti club al mondo, di una promessa del calcio italiano. Qualcosa però non va e “il Principino”, il soprannome affibbiatogli nella capitale, non riesce ad affermarsi. L’ingaggio è, comunque, da top player, e su questo cospicuo compenso si concentra ora il lavoro delle fiamme gialle e del sostituto procuratore Musolino. Un’indagine agli inizi ed aperta ad ogni ipotesi. Super stipendio a parte, il talentuoso centrocampista romano chiude la sua carriera nel Liverpool dopo la fine del primo campionato. Aquilani si trasferisce a Torino, sponda bianconera, poi al Milan e alla Fiorentina, per tre positive stagioni, fino alla scorsa estate. Adesso milita nello Sporting Lisbona, tra le più blasonate della Primeira Liga portoghese.
Aquilani è comunque in ottima compagnia, altri celebri sportivi hanno avuto, come lui, “seccature” con l’agenzia delle entrate. La procura di Roma ha spedito da poco a processo il motociclista Max Biaggi con l’accusa di non aver versato nelle casse dell’erario 18milioni di euro. Per Antonio Cassano c’è, invece, una richiesta di rinvio a giudizio, avrebbe evaso il fisco per 3 milioni. Per restare sempre nel mondo del calcio il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, ha all’attivo due procedimenti giudiziari. In uno è imputato, non avrebbe pagato l’Ires per un milione e 176mila euro con la sua società di produzione, la “Blu Cinematografica”. In un altro caso è indagato per occultamento di documenti contabili per un milione e 200 mila euro. Anche la presentatriceIlaria D’Amico non avrebbe i conti in regola, i suoi problemi con le tasse, per la procura, ammonterebbero a 390 mila euro. Problemi anche per Diego Armando Maradona e Valentino Rossi. E se il campione di Tavullia ha trovato un accordo col fisco versando 35 milioni di euro, Maradona ha dichiarato guerra a Equitalia. Tanto che il “Pibe de oro” si è guadagnato il processo, con prima udienza fissata il prossimo 19 luglio, per diffamazione.