Luciano Spalletti torna all'Olimpico. L’ultima volta, il 30 agosto 2009, c’erano quasi 60mila spettatori. Oggi ne troverà la metà. Un colpo d’occhio ben diverso da quello a cui era abituato Spalletti, che ritroverà una panchina differente — prima era a Nord, ora è invece a Sud, per decisione di Garcia — e uno stadio rinnovato in molti settori, con un pubblico certamente meno appassionato, visto anche il momento che sta vivendo la squadra. D’altronde, non è che il suo esordio all’Olimpico in campionato sia stato indimenticabile: 11 settembre 2005, Roma-Udinese 0-1, 36mila spettatori, tifosi stanchi e sfiduciati dopo la stagione di Voeller, Delneri e Bruno Conti in panchina. Quella Roma lì però, col gioco e coi risultati, riuscì a riconquistare la gente, tanto che alla partita con l’Inter del 5 marzo 2006, che interruppe la striscia di 11 vittorie consecutive, ce n’erano oltre 56mila.
Per non parlare, poi, della Champions: 68.500 spettatori per la sfida col Manchester del 2007, 70mila per quella sempre contro gli inglesi l’anno successivo. Numeri, oggi, anche per le restrizioni dell’Olimpico, difficilmente replicabili: «Spero che presto i tifosi tornino a dare una mano — ammette Marco Cassetti — perché anche loro sono importanti. La nostra forza, anni fa, erano lo spogliatoio e il gruppo, ma sono sicuro che uno come Spalletti potrà dare fiducia a loro e a tutto l’ambiente». Dello stesso avviso anche Roberto Pruzzo: «L’impatto di Spalletti sarà positivo su squadra e ambiente, credo che darà motivazioni a tutti, soprattutto ai giocatori che ne hanno poca». Il famoso clic che voleva Garcia magari arriverà con il cambio di guida tecnica, se poi servirà anche alla gente si vedrà. «Questa assenza è triste, un vuoto», l’emblematico commento di Vincent Candela. Chissà, se oggi, lo stesso vuoto lo sentirà anche Spalletti.
(gasport)