Mark Pannes apre la strada a David Ginsberg, vice chairman del Liverpool fino a 5 giorni fa, nonché membro dell’esecutivo dei Boston Red Sox di baseball, in cui c’è l’ex presidente giallorosso Tom DiBenedetto. Ginsberg, nato a Winthrop (Massachusetts), manager del Fenway Group – insieme a Needham del fondo Raptor, ha partecipato alla visita di dicembre della Roma in Regione all’assessore all’Urbanistica, Michele Civita, prendendo in mano il dossier stadio, che si è incagliato in una serie di ritardi in sede di presentazione del progetto definitivo dopo il via libera del Comune. Da uomo di alta finanza, Ginsberg ha gestito molti fondi speculativi e mantiene il suo ruolo di banchiere di investimenti, senza mai perdere i contatti con la Raptor di Pallotta. Nessuna sorpresa, quindi, che possa entrare anche nel pacchetto azionario della Roma. E già si dice che i soci del nuovo stadio – dalla Nike alla Starwood – possano aumentare i finanziamenti per sbloccare l’empasse. «Per progredire avevamo raggiunto un punto – ha scritto Pallotta – in cui c’era bisogno di un team dedicato solo al progetto e che avesse esperienza in edilizia e stadi».
L’altra buona notizia è il probabile ingresso del gruppo Pizzarotti come partner della indebitata Parsitalia di Parnasi nella costruzione dello stadio, al netto ovviamente degli eventuali ostacoli che il nuovo sindaco di Roma e la Regione potranno porre. Intanto a farne le spese è Pannes, il cui ricordo a Trigoria non sarà indelebile. Non è un caso, in fondo, che i suoi rapporti coi d.g. giallorossi (Baldini prima, Baldissoni poi) non sempre siano stati brillantissimi, senza parlare delle vicende relative alle sponsorizzazioni o alla tentata partnership col povero sceicco di Perugia, Al Qaddumi.
(gasport)