LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Farà un effetto strano a Spalletti sedere sulla panchina della Roma, in un Olimpico semideserto. Non arrivano a cinquemila i biglietti venduti per la gara di oggi pomeriggio, contro il Verona, a cui aggiungere il vuoto della Sud, ancora in protesta. Pochi, pochissimi, per un pubblico che dovrà essere riconquistato, e che il nuovo tecnico ha cominciato a scuotere. «Per risalire in classifica ci vuole una grande squadra, e noi ce l’abbiamo – la carica del tecnico toscano – un allenatore che faccia meno danni possibile e una curva che ruggisce. Vorrei ci sostenessero e per me domani sarà piena». Un invito-auspicio che, per il momento, sembra destinato a restare inevaso.
Intanto Luciano si gode il suo rientro. «Sono tornato perché so quanto è bello allenare in questa città e perché i miei tre figli sono dei grandi tifosi della Roma. Ai giocatori dico che non ci sono alibi, dobbiamo vincere subito. Le stesse persone che erano a Fiumicino, se non vinceremo, mi fanno fare il giro della città. Siamo un po’ in ritardo sulle nostre rivali, per questo dovremo partire forte, sterzare e riappropriarci delle nostre qualità». Per riprendere la corsa, Spalletti sta pensando a cambiamenti tattici. «Quel 4-2-3-1 che facevamo a volte mi eccitava, ma ho provato altre cose. Ruediger può fare benissimo il terzo centrale e quando si gioca a tre, Castan mi ha detto che è pronto a giocare dall’inizio e a De Rossi puoi chiedere più cose, perché sa interpretarle tutte. Mi ha dato la disponibilità di fare una cosa in particolare, ma non si può dire». Che sia la possibilità proprio di fare il terzo centrale difensivo?
Spalletti rivela poi di aver ricevuto la chiamata di Ancelotti («Mi ha anche chiesto due o tre dei nostri centrocampisti») e di voler far felice Pallotta («È innamorato della Roma, non importa sia lontano, ho avuto proprietà vicine, che non mi hanno dato il loro contributo»), dichiarandosi entusiasta di Dzeko. «Se fossi arrivato alla Roma e mi avessero chiesto che centravanti volessi, avrei risposto Dzeko».