LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - La Juventus è un po’ la bestia nera della carriera di Spalletti, incapace di vincere contro i bianconeri, in casa e in trasferta, anche nel suo primo passaggio romano. Si ricorda solamente un successo in coppa Italia, in quello che era ancora il Delle Alpi. Dieci anni fa, per la precisione, in quel successo per 3-2 festeggiato dai giocatori con un girotondo che diventò poi un rituale da replicare anche in altre occasioni. Appare quantomeno complicato pensare che la tendenza negativa del tecnico toscano contro i bianconeri possa essere invertita proprio oggi, anche se da poco più di una settimana le sedute tattiche sono diventate il pane quotidiano della squadra. Per limitare i tanti errori difensivi e mettere Dzeko nelle condizioni migliori di sbloccarsi. «Non dobbiamo faticare con un centravanti in campo, perché lui ha le qualità per essere un numero 9, ha tutto — si illumina Spalletti — basta aspettare il momento in cui si sbloccherà, la tranquillità che gli può dare solo il risultato di fare bene il suo lavoro. Bisogna che faccia gol. È difficile nell’ambiente di Roma, siamo assetati di risultati, vogliamo andare subito all’obiettivo, ma, in questo caso, dobbiamo trasferirgli la nostra fiducia. Non riesco neanche a trovargli punti deboli: è un grande calciatore, uno che qualsiasi allenatore vorrebbe nella sua squadra».
Ma l’atmosfera legata alla gara di stasera contro la Juventus, non può non esser contaminata dal mercato. Imminente l’arrivo di El Sharaawy. «Ha tecnica, qualità, corsa, sa far gol — il commento entusiasta del tecnico — ci ho parlato e mi ha dato segnali che mi sono piaciuti. Ho parlato anche con Gervinho ed è un po’ turbato da altre proposte. È un giocatore molto importante, ma deve voler mettere la sua anima e il suo cuore qui». E gli attesi rinforzi in difesa? «Stiamo cercando anche dietro. Con Sabatini ho un buon rapporto, ce l’avevo anche prima».