IL PUNTO DELLA DOMENICA - Mura, Giubilo, Sconcerti

10/01/2016 alle 16:30.
punto_lunedi-3

LAROMA24.IT - Il 'clic' invocato da non c'è stato. La Roma impatta in casa col Milan e dice addio alle ambizioni scudetto, mettendo a serio repentaglio anche una possibile corsa al terzo posto in caso di vittoria delle rivali nelle gare odierne.
I giallorossi sono sembrati una squadra sull'orlo della crisi di nervi, specialmente nel secondo tempo, quando testa e gambe si sono inceppati; a nulla è servito il gol di
in avvio, che aveva spianato la strada alla Roma, arrivato in una prima frazione tutto sommato positiva.

_________

Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
_________

LA REPUBBLICA (G. MURA)
Tanti richiami ai pistoleri, all’ultima spiaggia, al chi perde paga. E chi pareggia? Partita tra due grandi ammalate, ma il Milan qualcosa di più ha fatto. Ha regalato l’avvio, al solito. ne approfitta e ancora su è bravo Donnarumma a tenere in partita i suoi. Nell’intervallo scompare la Roma: anche ieri andare in vantaggio non le è servito. Non può servire, se non c’è difesa. insiste su
terzino, ma non è il suo ruolo e i primi a saperlo sono gli avversari. S’è fatto male , è entrato , decoroso, ma mentre cresceva il Milan rimpiccioliva la Roma. Per mettere una sordina ai fischi è dovuto entrare , dopo 105 giorni d’assenza. Il Milan,nonostante l’espulsione di Mihajlovic, ha continuato a cercare la vittoria, la Roma a difendere il pareggio con affanno. Quel che impressiona, nella Roma, è la condizione atletica, bassissima. Il nervosismo, il beccarsi tra compagni, è solo la conseguenza di una situazione che dura da molto tempo. Troppo, per alcuni. La squadra è smarrita e non sarà questo pareggio, per com’è arrivato, a ridarle fiducia, fiato e gioco. [...]

IL TEMPO (G. GIUBILO)
I pistoleri sparano a salve. La Roma, per l’ennesima volta, non riesce a gestire un vantaggio, stavolta minimo. Ma, alla fine, i rimpianti sono tutti per Sinisa. Il suo Milan amministra il gioco, domina il centrocampo, mentre i romanisti arrivano sempre in ritardo sulle seconde palle. Dopo che aveva pareggiato la rete iniziale di , una Roma molle e disarticolata non riesce più, nonostante un paio di sprazzi, a riprendere in mano la gara. Non la rivitalizza neanche il ritorno in campo di , anch’egli in ritardo di condizione. Come, però, tutto il resto della squadra, apparsa in allarmante deficit fisico. E dunque, questo è un pareggio che la Roma deve accettare come il male minore. Le difficoltà di manovra la costringe infine a una sorta di barricata, senza che il contropiede produca azioni realmente pericolose. [...]

CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)
Migliora il Milan, gioca a Roma una partita di fede e di accademia, mai un ritmo troppo alto ma quasi sempre il suo, la Roma è stata per larghi tratti a guardare. Quando dai al Milan un po’ della tua timidezza, viene fuori la buona disposizione al gioco della squadra. Davanti ad avversari insicuri, il Milan sa essere audace. Il resto è un limite quasi invalicabile, come una nebbia sottile ma infinita. Resta nel Milan una buona qualità media e una leggerezza di fondo che non l’aiuta. Manca cattiveria, tutti pensano a vincere giocando meglio, ma non tutti lo sanno fare. È la sintesi che ancora manca. La Roma è stata un avversario ideale, lento, macchinoso, presto in difficoltà, molto preoccupato di se stesso e del rapporto con il proprio pubblico. Aver preso subito il gol credo abbia aiutato il Milan a togliersi pensieri, l’ha tranquillizzato. Meglio il Milan infatti della Roma, anche se l’impressione di fondo ha il sapore di una buona nocciola che non diventa mai nutella. Cosa significa questo pareggio per le due squadre? ne esce peggio, la Roma è sembrata nel secondo tempo spesso vicina all’abbandono. È stata confermata la confusione del gioco e delle anime. Ci sono stati screzi tra giocatori e tecnico molto evidenti. Guadagna punti certamente Mihajlović anche se il pareggio serve soprattutto come dato statistico di spinta: nessuno ha mai cacciato l’allenatore dopo un punto all’Olimpico. Ma c’è stato nell’aria sempre il peso di un imbarazzo, qualcosa che non riesce a far bene fino in fondo. Il peso vero del limite.