AS ROMA MATCH PROGRAM (F. VIOLA) - Per lui non è una partita qualunque, la Roma è stata la sua famiglia allargata, ma Leandro Greco all’Olimpico spera in un colpaccio della sua squadra. Centrocampista, classe ’86 ha collezionato 47 presenze e 1 gol.
Domenica sarà una partita importante per entrambe le squadre, cosa si aspetta?
“Indubbiamente una partita dura, con una Roma così… Il valore della squadra è indiscutibile. Mi aspetto però di rivedere l’atteggiamento delle ultime partite. Con il Palermo ci meritavamo altra sorte, abbiamo prodotto un bel gioco. Ci manca questa maledetta vittoria e chissà che a Roma la fortuna non giri…”.
Crede il cambio di allenatore possa essere un punto a favore della Roma o no?
“Di sicuro porterà un cambio di mentalità. L’ambiente in generale ha accolto alla grande il ritorno di mister Spalletti. È sempre complicato giocare contro una squadra che ha appena cambiato guida tecnica. Il tasso di difficoltà aumenta esponenzialmente”.
All’andata lei era in campo, era la prima gara della stagione: oggi la situazione è diversa?
“Direi proprio di sì, basta guarda la classifica. Coviamo dentro una rabbia incredibile per quanto globalmente accaduto in questa stagione. Ci è andato tutto talmente storto finora che poi magari all’Olimpico… E se ci scappasse il colpaccio?”.
Cosa temete della Roma?
“La qualità globale del collettivo, che non è ancora esplosa. La Roma ha individualità in grado di spaccare la partita in due in ogni momento”.
Nel vostro organico ci sono parecchi ex romanisti, tra cui il mister, cosa vi ha detto?
“Niente di particolare, sinceramente. È concentrato sulla squadra, su di noi, più che sull’avversario. Sta lavorando tanto e bene, lo stiamo seguendo, siamo consapevoli di dover fare un miracolo per levarci da questa situazione”.
Il fatto di giocare all’Olimpico ha un peso?
“Per me sì, per ovvie ragioni dettate dal cuore. All’Olimpico è dura per tutti. In questo caso il ritorno di Spalletti potrebbe permettere all’ambiente di compattarsi, dunque l’Olimpico potrebbe trasformarsi nel classico e temuto dodicesimo uomo in campo”.
Greco e la Roma: lei è cresciuto nelle giovanili, ha vinto il campionato Primavera fino all’esordio in A in Parma-Roma dell’8 maggio 2005. Cosa ricorda del primo periodo a Trigoria, chi le è stato vicino in un momento di grande importanza per la formazione di un calciatore?
“Diciamo che considero la Roma la mia famiglia allargata, perché ne fanno parte pure mister Alberto De Rossi e Bruno Conti. Mi hanno adottato, cresciuto, educato e preparato con logica al salto nei professionisti. Ricordi? Un’infinità, ci sarebbe da scrivere un libro”.
Poi è andato e tornato più volte, ha incontrato anche MISTER Spalletti… Che allenatore è?
“Preparatissimo tatticamente, una persona sincera, schietta. Da questo capite il rapporto che tutt’ora mi lega a lui, ottimo. E poi sono molto legato alle persone del suo staff, che riabbraccerò volentieri. A fine gara, però!”.
Se dovesse raccontare ad un suo collega cosa significa vestire la maglia giallorossa, come lo riassumerebbe?
“In una parola: passione. Punto”.
Anche al Verona era già stato nel 2006, e poi è tornato lo scorso anno. Contento della scelta fatta?
“La rifarei non 100, ma 1000 volte. A Verona sto bene io e sta bene, benissimo la mia famiglia. Qui mi sento come a casa, a Roma, e sono animato da una voglia pazzesca di riuscire nell’impresa di conquistare la salvezza. E come me, ci credono tutti i miei compagni”.
Che squadra è l’Hellas?
“Una squadra che non merita 8 punti e lo dico con il nodo alla gola. Siamo qui a Roma per fare l’impresa, per mettercela tutta”.
È un campionato equilibrato con in alto tante squadre, chi rimarrà nei primi posti fino alla fine…
“Napoli, Inter e Juventus se la giocheranno fino alla fine. Personalmente vedo l’Inter favorita per lo scudetto: squadra affamata, cinica e concreta”.