L'allenatore del Sassuolo ed ex centrocampista della Roma, Eusebio Di Francesco ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo nella quale ha parlato anche della sua passata esperienza con la maglia giallorossa, durante la quale ha conquistato uno scudetto: "Vincemmo perché eravamo un gruppo molto solido. Io nell’anno in cui conquistammo il titolo ebbi due incidenti molto seri. Giocai solo cinque partite in campionato e una in coppa Uefa. Ma quello scudetto lo sento mio anche perché il lavoro fu preparato negli anni. Eravamo un gruppo solido e affiatato. Prima parlavamo di Zeman. Io penso che lui, ad esempio, sia stato importante per Francesco. Prima di incontrarlo Totti era il talento eccezionale che sappiamo ma era un po’ anarchico, tendeva a un tocco in più e a un dribbling di troppo. Con Zeman imparò le verticalizzazioni che ora fa con il genio che è tutto suo, con quelle aperture, spesso senza guardare, che tutti abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare. E poi c’era Gabriel Batistuta, un gran trascinatore. Io lo paragono per forza atletica, talento, carisma ad Higuain. Lui entrava nello spogliatoio e diceva “Io voglio vincere, noi vogliamo vincere”. Dava la carica nel modo giusto".
A Di Francesco viene chiesto perché a Roma sia così tanto difficile allenare e vincere: "Ci sono le pressioni, quelle delle radio ad esempio. E ora i social, che non aiutano a dare serenità. Bisogna estraniarsi, liberarsi dalla pressione esterna, chiudersi. E’ decisivo un gruppo coeso e Roma, da questo punto di vista, può essere dispersiva. Chi allena e chi gioca dovrebbe chiamarsi fuori dal rumore di fondo delle pressioni... E’ lì la forza di un gruppo. Tanti ragazzi si fanno condizionare dai giudizi dei giornali. Io me ne sono sempre disinteressato. Non ho mai chiamato un giornalista in vita mia. Ce ne sono certi che dicono che un giocatore dovrebbe giocare perché è in forma ma io non li ho mai visti ad un allenamento…"
Uno sguardo anche al futuro. Allenare la Roma un giorno? "Se ne è parlato anche troppo. E non mi piace farlo. Roma mi ha dato molto. E quando torno mi sembra di non essere mai andato via. Tutto qui. Niente altro".
(corsport)