Pallotta chiude con Garcia, dopo il Genoa si cambia

18/12/2015 alle 13:34.
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LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Mesi di accanimento terapeutico non sono bastati a rianimare un rapporto morto. Stavolta ha deciso. La Roma è pronta a cambiare, l’era è ai titoli di coda: dopo lo strazio tollerato per 12 mesi il presidente, allineato all’umore di una à furiosa, non ne può più. C’era una Roma prima dello Spezia, c’è un’altra Roma dopo: nulla è più come prima, tutti sono convinti che serva un’immediata decisione. Il paradosso che completa il quadro è però che e i dirigenti, pur avendo già deciso l’esonero di , non possono ancora cacciarlo: non senza avere in mano un’alternativa spendibile con la piazza e con la squadra.

Il giorno dopo l’ultima figuraccia, quindi, l’unica novità è un ritiro a singhiozzo, una sorta di semilibertà che prevede solo di dormire tutti insieme - anche dopo la cena solidale di Natale - per avvicinarsi a Roma- di domenica. Fino ad allora non cambierà nulla, ma stavolta il destino è segnato. Hanno provato e a tenere la spina attaccata, l’idea era arrivare fino all’estate aspettando magari . Poi con lo Spezia la situazione è precipitata e nessuno fa più finta di non vedere. Da lunedì a meno di miracoli servirà un nome nuovo, in grado di dare la scossa nel presente senza far sentire la squadra in vacanza. E che accetti di lavorare con uno staff già definito, dal ai medici fino ai preparatori, figure volute da che oggi non vuole allontanare. Da ieri sono stati avviati i primi sondaggi. I nomi? Bielsa il primo della lista, suggestione attualissima e fortemente sostenuta dal ds . Anche se l’opportunità di prendere in corsa un guru eccentrico e dai metodi rivoluzionari convince poco. Spalletti, in grande ascesa, è la soluzione più facile, accetterebbe lo staff imposto ma lascia dubbi per i rapporti logori con l’ambiente. Lippi ha ricevuto sondaggi e telefonate da vecchi amici di Trigoria, ma l’idea non decolla e lui giura: «Non mi ha chiamato nessuno». Il crollo però mina anche la stabilità manageriale: ha legato il suo destino a quello del tecnico francese e la prossima testa a saltare potrebbe essere la sua. Soltanto a fine stagione però.

Mentre la dirigenza cerca soluzioni, paradossalmente la squadra continua a lavorare con un sfiduciato. E ora preoccupato dalla degenerazione collettiva: s’è fermato per oltre un’ora a parlare con la squadra, per ascoltarla. Ha chiesto se credesse ancora in lui, quali problemi avverta. Ma i calciatori sono i primi a non sapere cosa stia accadendo. Qualcuno lamenta la riduzione degli allenamenti imposta al dal tecnico, vedendo la squadra “stanca”. Altri hanno chiesto programmi personalizzati per lavorare anche a casa. Qualcuno già pensa al mercato di gennaio aspettando un grande club europeo e in campo non fa nulla per nasconderlo. Intanto la Roma affonda: ma per aggrapparsi a un salvagente è costretta ad aspettare ancora.