LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Quando stasera la Roma si troverà di fronte il Napoli, qualcuno dei manager giallorossi penserà che forse questa gara Gonzalo Higuain avrebbe potuto giocarla con l’altra maglia. A Trigoria ci hanno provato davvero a inseguire quest’idea, non più tardi dell’inverno scorso: e ne era nata una trattativa, nemmeno troppo abbozzata. Un pranzo, tra febbraio e marzo scorsi, a Roma. Ospiti del direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, un noto agente molto vicino alle questioni romaniste e Nicolas Higuain, il fratello- agente del calciatore argentino. Un pranzo in cui la Roma aveva gettato le basi per un accordo col calciatore che, attraverso il manager, aveva dato il benestare al trasferimento romano, mostrandosi entusiasta. S’era parlato vagamente di cifre, e anche lì le parti erano vicine. Ma proprio sui numeri s’è poi incagliato l’affare. Perché, al contrario di quanto sperava la Roma, quando il presidente De Laurentiis ha preso atto dell’idea di Gonzalo di ripartire altrove, ha spiegato di pretendere la clausola da 94 milioni e spicci. Niente Roma allora — era pronto un contratto folle, da 5 milioni netti — per Higuain. Che oggi al San Paolo la affronterà da avversario: finora 3 vittorie lui, 3 i giallorossi, che lo hanno battuto 2 volte anche ai tempi di Madrid (restò però in panchina).
L’incubo Higuain e il pranzo fallito per darlo a Garcia
13/12/2015 alle 14:15.
Per non ripetersi, Garcia, che a Napoli ha perso 3 volte su 3 senza riuscire a segnare mai nemmeno un gol, proverà ad affidarsi al tridente migliore possibile. Oltre a Dzeko e a Salah, al rientro dall’inizio, la tentazione per l’allenatore francese è rilanciare dall’inizio anche Gervinho. Il forfait contro il Bate gli ha infatti consentito di riposare e oggi l’ivoriano potrebbe partire dall’inizio. Anche per una forma scaramantica: c’erano loro tre a guidare l’attacco l’8 novembre, giorno del derby e dell’ultimo successo della Roma. Un mese dopo, Garcia gli chiederà di tenerlo ancora a galla.