LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA - S. FIORI) - La crisi di Roma e Lazio avvolge di rabbia e delusione l’atmosfera che si respira in città. Le due tifoserie monopolizzano social e radio per manifestare tutto il malumore verso le vicende dei due club, per motivi diversi immersi in un momento di grande caos. E così i sostenitori giallorossi si ritrovano per la maggior parte uniti nel chiedere la cacciata di Garcia, indicato come responsabile della crisi d’identità (e di risultati) della squadra, mente dall’altra parte del Tevere si continua a tenere nel mirino Claudio Lotito. Il presidente biancoceleste è additato quale colpevole dell’allontanamento della gente dallo stadio. «Male molto male le due romane- l’analisi del presidente del Coni, Malagò- i risultati sono sotto gli occhi di tutti e sono peggiori delle aspettative. Per il calcio romano non è buono, ma il campionato italiano mi sembra divertente edequilibrato, poi è da capire se sia livellato verso il basso o verso l’alto ». I romanisti chiedono la testa di Garcia, utilizzando l’hashtag “Garvia” e invocando il ritorno di Spalletti o l’ingaggio di un allenatore dal profilo più rassicurante, come Ancelotti o Capello. Ma il tecnico è difeso dall’ex bomber giallorosso, Balbo. «Non è tutta colpa sua, le responsabilità vanno divise con i giocatori e la società, che ogni estate cambia 10-15 giocatori cedendo i migliori, specie in difesa che è il punto debole ». Ottimista il portiere del secondo scudetto, Tancredi. «Per il titolo non è ancora finita. Tutti devono fare un blocco unico. La vetta è lì e ci sono tutte le possibilità per recuperare».
In casa Lazio, l’indice puntato contro la direzione arbitrale di Fabbri mitiga solo in parte la delusione per l’ennesimo passo falso. Alla sbarra, nel ‘tribunale’ della piazza biancoceleste, sfilano società, allenatore e giocatori. Se la reazione, seppur vana, del secondo tempo di Empoli ha stemperato le accuse verso i calciatori, la sfiducia nei confronti di Pioli cresce: «È in bambola, il gruppo non lo segue più», la sensazione condivisa da più parti su forum e social. Con tanto di analogie piuttosto sinistre: «Sembra di rivivere il secondo anno di Petkovic». Tradotto: se il trend rimane questo, panettone e pandoro per Pioli sono a rischio. Non manca però chi difende l’allenatore emiliano: «La colpa non è sua, ma di chi non ha rinforzato la squadra». Non c’è alcun dubbio: nell’indice di non gradimento dei tifosi, l’operato della dirigenza non ha rivali. «Ci troviamo nella stessa situazione di sempre, con questa società non ambiremo mai a qualcosa di ambizioso», si mastica amaro su Facebook. «L’unica soluzione, lo stadio vuoto», propongono i più infuriati. Ci provano gli ex calciatori laziali a proporre ricette pronte per uscire dalla crisi: «Servono entusiasmo, continuità e un intervento importante in difesa», il pensiero di Fabio Liverani. «La società deve stare vicina a Pioli, altrimenti deve cambiare», ragiona invece Giancarlo Oddi, difensore dello scudetto del ‘74. Tutto per evitare che si cada nella rassegnazione espressa dai più sconsolati: «Così ti passa anche la voglia di tifare».