IL PUNTO DEL GIOVEDÌ - Sconcerti, Mura, Giubilo

10/12/2015 alle 16:35.
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Uno scialbo 0 a 0 permette alla Roma di volare agli ottavi di . Dopo 5 anni di assenza la Roma torna tra le grandi 16 d'Europa tra i fischi dell'Olimpico. Il pareggio casalingo contro il BATE Borisov non basta ai tifosi che esprimono il loro disappunto nonostante il pareggio tra Bayer Leverkusen e permetta ai giallorossi di ritrovarsi con soli 6 punti nel calcio che conta.

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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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CORRIERE DELLA SERA - (M. SCONCERTI) 

La Roma passa con appena 6 punti, raramente era successo, ma non è una vergogna. La Roma ha vinto l’unica partita che doveva, quella con il Leverkusen. Altra cosa è la dimensione internazionale della squadra, che ancora manca. La partita è stata molto bella, come sempre quando entrambe le squadre hanno bisogno del risultato. In questi casi il calcio si adatta e diventa incerto fino alla fine. Sono più emozioni che gioco, ma è ugualmente tanta luce. Che le due squadre si siano quasi equivalse in fondo a un mini torneo di sei partite, racconta con precisione lo stato di relatività attuale della Roma, una squadra quasi sempre uguale, con nessuno che superi nessuno e un gioco di volontà soffocata. Il calcio è fondamentalmente un grande divertimento, se lo pratichi con paura ti mette all’angolo [...]È sembrata una grande fotografia di un calcio minore, ma in questa dimensione vivono ormai il 90 per cento delle squadre europee. Il risultato che doveva la Roma lo ha almeno ottenuto. Non ci sono stati dimostrazioni di miglioramento tecnico, c’è stata però presenza, umiltà, voglia di tenere il risultato. La Roma passa agli ottavi come un sopravvissuto qualunque, ma passa. È quasi il semplice peso di un movimento rispetto a un altro.

LA REPUBBLICA - (G. MURA)

[...] I fischi dell’Olimpico valgono quelli che avrebbero accolto un’eliminazione e fanno male a una squadra che già non sta bene di suo, e si vede. Un primo tempo fatto di nulla, quasi Roma e Bate si fossero messe d’accordo per giocarsela nel secondo. Qui, un paio di sussulti in apertura (tre occasioni nei primi 5’, due salvate piede dal ) e in chiusura (sinistro appena fuori di ). Palla-gol più facile sul piedino di , a porta vuota: tiro debole, Milunovic spazza. Ma se la Roma va avanti deve ringraziare soprattutto due portieri: il suo, miracolosa respinta su Gordeychuk, e Ter Stegen, che fino a un sospiro dalla fine ha evitato la vittoria, con relativa qualificazione, del Bayer. Se vuole, anche Luis Enrique. Dobbiamo vincere e vinceremo, aveva annunciato . Invece si festeggia (chi vuole, a giudicare dai fischi) un passaggio con 6 punti, colpo riuscito in passato solo allo Zenit. Dopo aver rischiato di perdere in casa col Bate Borisov. Dopo aver fatto un solo punto col suddetto Bate, che per decenza non si può definire uno squadrone. Dopo aver vinto una sola partita in delle ultime 10. Durante il gioco, o non gioco, del primo tempo veniva da pensare che la Roma sceglie i ritmi bassi perché quelli alti sa di poterseli permettere col contagocce. Oltre al l’hanno tenuta a galla i soliti: , , , anche che in mezz’ora ha fatto più di in un’ora. Ma quanti brividi, quanto angoscia, specie quando il Bate ha deciso che era ora di alzare la cresta, quanti palloni sbattuti il più lontano possibile, quanti calci d’angolo battuti male. La mancanza di tranquillità è una brutta bestia. non dosa le energie e finisce con la mobilità di un paracarro, trottigna, ma resta uno dei pochi che può accendere la luce, è da allarme rosso. La Roma va avanti, ma se non si ritrova non farà molta strada. Povero : l’Olimpico mezzo vuoto, i tifosi contro, gli uomini delle istituzioni cittadine non tanto a favore, unica nota positiva gli euro che il passaggio del turno porterà alle casse sociali. Molti, al posto suo, comincerebbero a chiedersi se valga la pena di spenderli.
IL TEMPO - (G. GIUBILO)

Senza aiuti dal , che comunque ferma sul pari il Bayer, la Roma passa agli ottavi. Che cosa possa fare nel cammino futuro non è facile prevedere, anche se le premesse sono più che allarmanti. Una squadra lenta, involuta, per la maggior parte della gara in balia dei bielorussi, superiori nella manovra e spesso pericolosi, tanto che l’eroe della serata diventa , quasi un miracolo la parata che lascia inviolata la sua porta e nega al Bate un successo che gli ospiti avrebbero meritato. Ma il momento negativo dei giallorossi riceve puntuale conferma in una gara che avrebbe dovuto essere una passeggiata e che invece si è rivelata una continua sofferenza. Anche per i romanisti almeno un paio di occasioni nitide, ma e le hanno vanificate. Il pari bianco finale, per altro, è perfino premio eccessivo per il poco che la squadra di casa ha saputo produrre, meritandosi i fischi dell’Olimpico, comunque semideserto. Neanche i venti minuti finali di sono serviti per una vittoria che comunque non avrebbe modificato la classifica del girone, pure se i sei punti raccolti non sono un segnale incoraggiante.