LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA - M. PINCI) - Le feste le passerà in vacanza, al telefono, in attesa di novità. Ma il Natale Rudi Garcia lo festeggerà ancora da allenatore della Roma. Inevitabile che il passare delle ore non faccia altro che consolidare la sua posizione all’interno della società, sostenuta strenuamente dal ds Sabatini. La decisione definitiva verrà presa subito dopo Natale: dopodomani i dirigenti si fermeranno a valutare definitivamente i pro — difesi dall’anima italiana del club — e i contro, che ancora alimentano i dubbi del presidente Pallotta, vero sponsor della sostituzione del tecnico. L’ipotesi che alla fine delle discussioni si decida di non decidere resta probabile, anche perché Sabatini ha bocciato tutti o quasi i sostituti proposti, concentrato sul futuro con vista suggestiva: Conte l’idea fissa, anche se sono già state sondate le alternative Emery e Di Francesco. Ancora qualche ora e cadranno i dubbi su chi guiderà la Roma alla ripresa del 29 dicembre. Ripresa inizialmente fissata per il 28, ma il tecnico aveva promesso ai calciatori: «Se arriviamo agli ottavi di Champions vi concedo un giorno in più a Natale». Detto, fatto.
L’argomento allenatore non è stato nemmeno sfiorato durante la conference call del pomeriggio di ieri tra Baldissoni e Pallotta, interamente dedicata alla questione stadio. Tanto che il ds Sabatini ha evitato di partecipare. Più urgenti le discussioni di mercato, a partire dalla definizione dei dettagli sul trasferimento di Iturbe in Inghilterra (ieri col Bournemouth si lavorava al numero di presenze dopo cui il riscatto diventerà obbligatorio, il Watford ha tentato un rilancio). E mentre continua il pressing con il Genoa per avere Diego Perotti, è in via di definizione l’ingaggio del portiere brasiliano Alisson, con il mediatore Busardò. Ha deciso il calciatore, che già a gennaio potrebbe essere qui per firmare: unica condizione posta, essere acquistato prima della scadenza del contratto, a novembre 2016, per consentire all’Internacional di monetizzare. La Roma pagherà 5 milioni, molto meno dei 9 che avrebbe investito il fondo Doyen: è stato il giocatore a far saltare quell’affare, rifiutandosi di firmare per un fondo molto chiaccherato.