IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Secondo punto nelle ultime tre partite. Due su nove, insomma. Non certo in media scudetto. Ottavo gol incassato, tra campionato e Champions, negli ultimi dieci minuti, pessimo biglietto da visita per la tenuta difensiva e quindi per le ambizioni di cui sopra. E Garcia è sempre lì, che prova a crederci. Ma stavolta se la prende con la Roma (forse anche con se stesso). «Abbiamo gestito male, è stata colpa nostra», ammette a fine partita l'allenatore francese. Al fischio di Damato, però, si è lasciato andare a un applauso ironico, quel rigore concesso sul gong non gli è andato giù. Ovviamente. «Il rigore era inesistente, mala colpa è stata nostra: dovevamo gestire il risultato e concretizzare le palle gol nel finale, segnando il raddoppio. Due punti persi». Due quest'anno, due il primo anno, due lo scorso anno. «Bel rigore... Sono un po’ arrabbiato, non sono soddisfatto», ha detto Pallotta arrivando ieri sera a Ciampino, «ho in programma diversi appuntamenti, sia per lo stadio che con il prefetto Gabrielli».
URLA NELLO SPOGLIATOIO Sempre "uno a uno" a Torino per Rudi, è quasi come aprire un armadio di Paperino.«Abbiamo giocato una partita seria, il Toro è una squadra difficile da affrontare: nel primo tempo non siamo stati in grado di essere pericolosi, nella ripresa molto meglio e abbiamo trovato il vantaggio». Con un gran gol di Pjanic... Lo spogliatoio ribolle, volano pugni sulle porte, urla. Il più acceso è Manolas. Non si tiene per la rabbia. «I ragazzi sono tutti delusi, come me. Ma adesso c'è da alzare la testa, abbiamo dimostrato di essere una squadra come sempre. Siam andati bene anche sul piano difensivo». Insomma. «Abbiamo fatto pressing alto, loro a parte l'occasione con Belotti non sono mai stati pericolosi. La Roma, invece, è riuscita a ben servire Dzeko. Sappiamo di aver perso altro terreno, ma il campionato è lungo e siamo ancora al girone di andata. Ora c'è la Champions, che si sa, toglie molte energie». Oltre che delle energie, la Roma è priva pure di giocatori importanti. Uno, Gervinho, era stato recuperato forse troppo in fretta. «Era guarito, altrimenti non cominciava la partita, era previsto che giocasse un tempo. Mi fido dei miei medici e dei preparatori. Speriamo non sia nulla di grave, abbiamo bisogno di tutte le nostre forze ».E anche di una benedizione.