IL TEMPO (E. MENGHI) - A ripensare allo striscione «Louis vattene da Roma, si è liberato il posto a Barcellona» viene da sorridere. E che non fosse uno «scemo» lo aveva già dimostrato, ma stavolta, per la prima volta in gare ufficiali, si è preso una piccola rivincita da ex, battendo la squadra che gli aveva offerto una panchina da quasi sconosciuto, restituendolo poi al calcio spagnolo. Con risultati straordinari.
Luis Enrique, col pass in tasca per gli ottavi con un turno d’anticipo e una banda di fenomeni, ha quasi voluto giustificare la debacle dei giallorossi: «Forse la Roma è arrivata nel nostro miglior momento. È difficile giocare qui, stiamo facendo benissimo. Non so se è il Barcellona migliore di sempre, ma è un discorso giornalistico che non ci tange. Noi pensiamo a fare il meglio possibile e a vincere tutti i titoli. C’è ancora da migliorare, è solo inizio stagione». Se queste sono le premesse, chissà cosa c’è da aspettarsi per il futuro. Il tecnico asturiano si è detto «felice del fatto che la Roma non abbia bisogno del nostro risultato per qualificarsi, così non c’è nessuna cosa da rimproverare. Faremo la nostra partita con il Leverkusen, andremo lì per vincere perché è la nostra filosofia».
Ne fa parte anche la decisione di non fermarsi e di continuare a dilagare, contro chiunque: «Non mi dispiace per niente – ha ammesso Luis Enrique – aver fatto 6 gol alla Roma. Ognuno deve fare il suo lavoro, così è il calcio». Si è persino arrabbiato quando i suoi hanno cominciato ad annoiare il pubblico con il possesso palla e ha chiesto loro di dare palla a Neymar, rimasto a secco: «Non è un problema, farà tantissimi gol». Per Piquè la squadra di Garcia «si è rilassata sapendo del pari tra Bate e Bayer: battendo i bielorussi potranno passare il turno». Luis Enrique potrà tornare a fare il tifoso: meglio non averlo come avversario.