LA REPUBBLICA (G. ISMAN) - «Non confermo e non smentisco. No comment». Massimo Fanelli è il comandante del gruppo Eur, e risponde così alla domanda se, come confermano fonti vicine alla famiglia Totti, fosse uno dei quattro vigili che per tre anni — dal 2008 al 2011 — volontariamente hanno offerto i propri servigi come guardie private della famiglia del giocatore. Il comandante dice soltanto questo, poi chiude educatamente il telefono.
Fanelli non è un vigile qualsiasi. Classe 1961, promosso dirigente quando Odevaine era vicecapo di Gabinetto del Campidoglio, è finito nelle carte dell’indagine che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio dell’ex comandante Angelo Giuliani per la vicenda delle tangenti che passavano per il circolo sportivo dei vigili. Giuliani nell’intercettazione spiegava che ad “autorizzarlo a registrare dei non meglio identificati fondi nel bilancio del Gruppo sportivo è stato Giorgio Ciardi”, cioè il delegato del sindaco Alemanno per le politiche della sicurezza, come si legge nell’ordinanza del gip Nicola Di Grazia. Ballava un milione di euro, ma quei fondi non arrivarono mai, perché Carlo Buttarelli, successore di Giuliani, appena insediato chiese accertamenti sulla struttura sportiva. Sarà poi certamente un caso, ma il successore di Giuliani alla presidenza di quel circolo è proprio Fanelli. In questa vicenda che poi presenta molte casualità, Fanelli guida il gruppo Eur, che comprende anche la zona dove vive Totti ed è anche lo stesso gruppo presso cui, prima di andare in pensione, ha prestato servizio la madre di Ilary Blasi.
Totti, interpellato, non commenta la vicenda della sorveglianza. Ne ha discusso con il suo avvocato, Franco Coppi — il principe del foro che ha assistito con successo Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi — che gli ha raccomandato il silenzio. Resta la frase del comandante: «Non commento e non smentisco», e quel volto riconosciuto da quelle fonti vicine alla famiglia Totti.